Roma è una città piena di storia e oggi possiamo ancora riviverla, studiarla e vederla grazie agli innumerevoli resti che troviamo in giro per la città. La Domus Augustiana fa parte di edifici che ci raccontano questa storia e questo passato; fa parte di un complesso più ampio, costituito da una parte pubblica e una privata; questo complesso, alla fine del I secolo d.C. occupava la parte centrale del Palatino. Parliamo di quella che era la residenza privata degli imperatori. L’area complessiva (pubblica e privata) sostituì edifici costruiti tra l’epoca repubblicana e quella di Nerone.
Domus Augustiana: la visita partendo dal foro
Ci troviamo dentro l’area archeologica del Palatino (uno dei colli cittadini legati alla fondazione della città
di Roma). Sembra passò di qua anche Ercole dopo aver ucciso Caco, legenda che si lega al tempio di Ercole Vincitore situato vicino alla bocca della verità: Questo tempio rotondo è del 120 avanti Cristo e si lega al mito di Ercole: in epoca romana si pensava che Ercole avesse sconfitto Caco proprio dove oggi si trova il tempio. Per qualche dettaglio in più vi rimando al post che avevo scritto sul tempio di Ercole vincitore. Costruita dall’architetto Rabirio, la Domus Augustana viene definita come una mirabile opera di sintesi tra la residenza privata ed il palazzo reale.
Domus Augustiana: la visita
Ci avviciniamo all’edifico che interessa la nostra visita dal lato della facciata, o per meglio dire quel poco che
ne resta. La prima stanza che ci troviamo di fronte è ciò che resta di una navata laterale di una Basilica; poco distante si trova quella che era l’aula regia: si trovava al centro del palazzo ed era la stanza più importante della casa! Sembra che questa stanza avesse il marmo su muri e pavimento. Subito dopo troviamo la stanza che, sei ipotizza, era dedicata agli dei lari. Si passa quindi il peristilio, ovvero un cortile porticato con al centro un giardino. Quindi il percorso ci porta in quelle che vengono chiamate “penetralia”, ovvero le stanze segrete del palazzo. Dalla domus Flavia passiamo, quindi, alla Domus augustana. Perché due nomi differenti per indicare due parti del medesimo edificio? La spiegazione è semplice: i due nomi servono a distinguere la parte pubblica (Flavia) da quella privata, quindi la zona dove si trovano le stanze private. Le stanze “più esterne” di questa parte affacciano sul circo massimo e, in lontananza, sull’edificio della FAO; sicuramente un affaccio degno di nota.
L’area successiva è una parte della casa che affacciata su una fontana collocata più in basso.
E sempre in questa zona “privata” vi era un tempio che – forse – era dedicato a Minerva. Troviamo anche i “Giardini di Adone“, chiamati così perché i fiori di questo giardino fiorivano e morivano in poco tempo. Forse si trovava qui la basilica concistoria, costruita nel basso impero per i reati contro i senatori. Il percorso, in parte “obbligato” dal senso della visita e dal fatto che l’area fosse in chiusura, ci porta ad affacciarci sullo stadio Palatino. Ultima parte della Domus ad essere costruita, non era uno stadio per le corse: era dedicato alle passeggiate dell’imperatore (a piedi o a cavallo). Occupa il lato orientale della Domus Augustana, per circa 88 metri e il perimetro era decorato da un portico a due piani. Della spina al centro dell’arena restano solo gli elementi terminali semicircolari. Il pulvinar, che vediamo in lontananza all’angolo sulla sinistra opposto a dove ci troviamo è uno dei pochi rimasti delle case imperiali; aveva la funzione di seduta per le autorità nel caso di spettacoli.
L’idea di Augusto, che aveva iniziato la costruzione nella parte opposta rispetto allo stadio, era quella di realizzare una casa più piccola. Scelse questa parte della città e del Palatino perché vi erano testimonianze della presenza di Romolo, come la sua capanna (che veniva ricostruita ogni volta che veniva distrutta).