Il Museo delle navi romane di Nemi si trova appunto a Nemi sulle rive del lago omonimo. Ci troviamo al centro della zona dei Colli Albani e proprio qui vennero ritrovate, sotto le acque del lago, due navi celebrative romane dell’età dell’imperatore Caligola (andate purtroppo distrutte). Scopriamo insieme qualcosa in più su questo museo, la sua storia e gli oggetti che vi sono esposti.
Museo delle navi romane di Nemi: la storia
Poiché tra il 1929 e il 1932 vennero rinvenute nelle acque del lago di Nemi due gigantesche navi appartenute all’imperatore Caligola (37-41 d.C.),
venne costruito il museo tra il 1933 e il 1939, ad opera dell’architetto Vittorio Ballio Morpurgo; questo è un tratto peculiare del museo: venne costruito in funzione di quello che sarebbe stato il suo contenuto. Purtroppo nel 1944, a causa di un incendio (probabilmente appiccato dalle truppe tedesche in ritirata), andarono distrutte le due navi. Successivamente vennero fatti dei lavori e delle ristrutturazioni e la struttura venne definitivamente riallestita nel 2001.
Museo delle navi romane di Nemi: l’esposizione
Al tempo di Caligola le due navi ospitavano ricevimenti rituali in onore della dea egizia Iside e di quella latina Diana.
I due scafi vennero individuati sul fondo del lago già durante il Medioevo; nel Cinquecento furono oggetto di studi da parte di archeologi interessati al loro recupero, avvenuto nel 1932 grazie ad un progetto di abbassamento del livello del lago attraverso l’uso di un canale emissario. I due scavi erano imponenti: le dimensioni erano di 71,30 x 20 metri per il primo e 73 x 24 metri il secondo; purtroppo, come dicevo prima, andarono distrutti durante l’incendio nel 1944.
Nell’allestimento odierno del museo troviamo l’esposizione dedicata alle navi nell’ala sinistra della struttura. Qui sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto, due ancore, il rivestimento della ruota di prua e altro ancora. Sono esposti qui anche due modelli delle navi in scala 1:5 e la ricostruzione in scala al vero dell’aposticcio di poppa della prima nave. Nell’ala destra del museo, invece, troviamo l’esposizione dedicata alle popolazioni che abitarono il territorio fin dall’età repubblicana e imperiale; il focus principale è quello relativo ai luoghi di culto della zona. Sono qui esposti materiali votivi provenienti da Velletri (S. Clemente), da Campoverde (Latina) da Genzano (stipe di Pantanacci) e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai materiali provenienti dalla Collezione Ruspoli. Inoltre i visitatori possono ammirare un tratto del basolato romano del clivus Virbii, che andava da Ariccia fino al Santuario di Diana.
La visita non impiega molto tempo, all’incirca un’ora o poco più. Viene raccontata la storia del museo attraverso alcuni pannelli e, anche se molti degli oggetti esposti sono in realtà delle ricostruzioni, credo sia un luogo interessante da visitare per avere una panoramica di quella che è la storia della zona.
Informazioni utili
Biglietto: 6 euro;
Indirizzo: Via Diana, 13-15 – 00040 Nemi (RM);
Dove parcheggiare: all’esterno della struttura, lungo la strada, ci sono diversi parcheggi. Non sono tantissimi, perché sono quelli lungo la via che costeggia il museo, ma non dovrebbero esserci problemi a trovarne uno (io di domenica pomeriggio non ho avuto problemi);