Sapete, ormai, quanto io mi sia appassionata alla scoperta di Roma (la mia città) e dei dintorni. Per il ponte del 2 giugno, passato da non moltissimo, uno dei luoghi che ho scelto di visitare è la Necropoli di Porto (nome completo: Necropoli di Porto Isola Sacra). Si tratta di una necropoli scoperta nel 1925 tra le aree archeologiche di Portus e Ostia Antica.
Necropoli di Porto: storia e sviluppo
L’area della Necropoli di Porto, attualmente composta di oltre 200 edifici funerari, costituiva il limite meridionale di un grande sepolcreto sull’isola tra il Tevere e la Fossa Traiana (canale di Fiumicino).
La necropoli in questione sii sviluppò tra la fine del I e il IV secolo d.C. con il progressivo addensarsi delle sepolture ai lati della strada. L’occupazione del territorio iniziò dopo ala costruzione del porto di Claudio, inaugurato da Nerone, e il relativo insediamento della città di Portus. Le tombe convergono verso la strada: prima erano più isolate, mentre col tempo iniziano ad addossarsi verso il limite della strada. Continuando ad avanzare nel corso del tempo, gli ultimi edificio vanno a chiudere lo spazio che era ancora rimasto lungo quello che era il “primo fronte dii tombe” lungo la strada: cii troviamo di fronte a una serie di strutture costruite senza soluzione di continuità. Gli edifici funerari sono raggruppati in piccoli isolati, separati da da sentieri e aree libere. La scarsità di spazio disponibile portò a riutilizzare, soprattutto nel IV e V secolo, quale che erano le tombe già esistenti.
Le tombe della necropoli
La maggior parte delle tombe è costituita da una cella – solitamente quadrata – a uno o due piani; a questa cella veniva, spesso, addossato anche un recinto. Le coperture erano realizzate con volte a botte o con un terrazzo piatto e le facciate vennero realizzate in mattoni.
Su diverse tombe troviamo iscrizioni in latino o in greco che riportano il nome del proprietario, le dimensioni della tomba, le disposizioni testamentarie e le norme d’uso del sepolcro. Queste informazioni sono fondamentali, perché permettono dii ricostruire l’antica società della città di Portus: questa era composta da un ceto medio di commercianti, liberti (schiavi liberati) e piccoli imprenditori.
Spesso, su mattoni ai lati delle iscrizioni troviamo indicate le attività svolte dai defunti durante la loro vita. Qui vennero sepolte anche persone appartenenti ai ceti sociali più poveri, che seppellivano i loro morti negli spazi liberi tra le celle; possiamo individuare queste sepolture perché sono di diversi tipi ben precisi: tombe a cassone, alla cappuccina (ovvero con una copertura di tegole a doppio spiovente), sepolture in casse di legno, in anfore o direttamente nella terra. La tipologia di sepoltura più diffusa è quella familiare, a camera con pianta quadrata a uno o due piani e un recinto.
Entrando nelle tombe, nella parte superiore dei muri possiamo facilmente individuare le nicchie dove venivano poster le urne cinerarie, mentre nella parte inferiore sono presenti arcosoli per le inumazioni. I pavimenti sono a mosaico, mentre le pareti e le volte sono decorate con pitture e stucchi. Un altro aspetto della società di Portus facilmente identificabile è quello relativo all’evoluzione delle tipologie di sepolture: si è passati dall’incinerazione alla sola inumazione.
La visita alla Necropoli di Porto
Io sono arrivata all’incirca alle 15:30, forse poco dopo: mancava poco alla chiusura e sono arrivata giusta per l’ultimo ingresso possibile al sito.
Avevo a disposizione poco più di un’ora per completare la visita, per scoprire la storia di questo luogo a circa mezz’ora di macchina dalla città dove sono nata e cresciuta. Inizialmente ho avuto paura che potesse essere troppo poco tempo per visitare con attenzione il sito, ma alla fine della visita mi sono ricreduta. Per Le spiegazioni forse sono un po’ poche (e alle volte poco leggibili) e forse anche per. questo un’ora e poco più è un arcuo di tempo più che sufficiente per completare la visita. si tratta comunque di un luogo molto interessante da visitare, per scoprire un piccolo tassello di quella che è stata la storia e l’evoluzione della zona (e anche della storia di Roma).
Il mio suggerimento è quello di tenersi a disposizione un’ora e mezzo, per completare il giro con tutta calma e tranquillità.
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Informazioni utili
Orario di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10:30 alle ore 16:30 (ultimo ingresso alle 16.00)
Il sito è chiuso il lunedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre
Come raggiungere il sito: percorrendo via dell’Aeroporto di Fiumicino sino a Via Cima Cristallo e poi Via Pal Piccolo, fino a via Monte Spinoncia 52.
Biglietti
Intero: 6 euro;
Ridotto: 2 euro (per i giovani dell’Unione Europea dai 18 ai 25 anni);
Gratuito la prima domenica del mese;
Per informazioni: tel. 06 6583888 – 06/56358099 (centralino)
Il personale di vigilanza offre servizio di orientamento e di accoglienza al pubblico.