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Ferento

Ferento

Fèrento è un’antica città etrusca, romana e medievale nelle vicinanze di Viterbo, sulla strada Teverina verso la valle del Tevere. Dalla città provenivano diverse famiglie famose, tra cui quella dell’imperatore romano Otone e Flavia Domitilla, moglie dell’imperatore Vespasiano. Oggi è possibile visitare i resti, grazie ad una associazione che se ne occupa: si lascia un contributo (libero e in contanti) e i volontari vi faranno accedere all’area. Andiamo con ordine e scopriamo insieme la storia di Ferento.

La storia del sito Archeologico

Ci troviamo sulla collina di Pianicara, dove la storia degli insediamenti si articola a partire dal II secolo a.C.
Ferento era una città romana, “evoluzione” dell’insediamento etrusco di colle S.Francesco Acquarossa abbandonato nel 500 a.C (circa). All momento della sua espansione massima, Ferento copriva l’intero pianoro (superficie totale di 30 ettari).
Attraverso alcune foto aeree del sito sappiamo che la città aveva un impianto regolare, impostato su una decumano orientato in direzione Est-ovest e costituito dal tratto urbano della via Ferentiensis. La prima parte dell’era Giulio Claudia rappresenta un momento dii prosperità per la città: vennero costruiti il teatro e l’impianto termale, e fu ristrutturato il complesso forense cittadino. In epoca tardo-antica sappiamo che vi era una diocesi (dai documenti sappiamo che ci fu nel periodo dal 487 al 649). Sappiamo che successivamente, però, vi fu anche un periodo di crisi economico-demografica, successivo ad avvenimenti come il conflitto greco-gotico e l’occupazione longobarda. Successivamente vi fu una declino della città, che rimase solo come postazione fortificata del gastaldato di Tuscania. Nulla si conosce sull’assetto politico istituzionale di Ferento tra XI e XII secolo. L’abbaanndonno della città era compito già all’inizio del XIII secolo ee le ricchezze delle famiglie andarono tutte a quelle di Viterbo.



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Storia degli scavi

Abbiamo ua prima notizia di scaavi in questo luogo avverti nel 1588, quando il comune di Viterbo concede a Guglielmo di Domenico Fontana la licenza di “cavare nel castellare di Ferenti, et suo circuito”. Viene però ipotizzato che furono porttati avanti degli scavi, nella zona del teatro, già nel XVI secolo. Solo all’inizio del XIX secolo vennero fatti interventi seri di scavo concentrati sulle necropoli etrusco romane delle località limitrofe.
Quindi nel ‘900 vengono avviate delle sistematiche campagne di scavo relative alla necropoli e l’area urbana: inizialmente riguardarono le necropoli di Borgo di Ferento e Pianicara, per poi spostarsi presso la scena e la fossa scenica del teatro; venne così ritrovato il gruppo statuario delle Muse e del Pothos, che costituiva la decorazione del fronte scena. Tra il 1908 e il 1909 la “Società archeologica ProFerento” porta avanti un grosso intervento di scavo: riportarono alla luce le terme, un tratto di basolato del decumano e vennero aperte ulteriori zone di scavo in un’area a Nord-Est del teatro.

Cosa è possibile visitare

La visita parte dal teatro di Ferento, del quale vediamo la cavea, la scena, il fossato e 27 arcate che decorano la parte posteriore del complesso; alcune di queste arcate sono originali, mentre altre sono state rialzate o ricostruite (totalmente o in parte). Successivamente la visita prosegue attraverso quello che era l’impianto termale della città: sonno ben conservati i pavimenti a mosaico dell’impianto. oltre l’impianto termale, poi, è possibile camminare lungo quello che era il decumano massimo della città, ovvero l’asse viario principale della città.
I volontari vi daranno alcune indicazioni relative al sito, una sorta di “visita guidata”, prima di farvi entrare per ala vostra visita; successivamente troverete alcuni cartelli di spiegazione lungo quello che è il percorso di visita. Le spiegazioni le ho trovate abbastanza esaustive. Peccato per le diverse transenne lungo il percorso di visita e le aree i cui sono ancora ai corso gli scavi (quindi solo parzialmente visitabili). Non in tutte le aree è possibile avvicinarsi, però già poter camminare all’interno del teatro e lungo il decumano è stato molto d’effetto.

Informazioni utili

Durata della visita: circa un’ora, quindi è possibile farla in abbinamento ad una visita nei dintorni. Io, ad esempio, sonno andata dopo la passeggiata a Vitorchiano. No è lontana nemmeno dal Parco dei mostri di Bomarzo (circa 20 minuti di macchina) e, ovviamente, è facilmente raggiungibile anche da Viterbo.
Biglietto: l’area è gestita da un’associazione che chiede ai visitatori di lasciare una donazione libera. Si può pagare solamente in contanti;
Indirizzo: Antica Città Romana di Ferento, Strada Ferento, 2
Telefono: +393287750233
Sito: https://www.archeotuscia.com/

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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