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La macchina barocca di S. Ignazio – Roma barocca

La macchina barocca di S. Ignazio – Roma barocca

Col Seicento arriva a Roma il Barocco, nuovo stile artistico che si impose con la Controriforma e si diffuse grazie ai gesuiti. Col Barocco arriviamo le illusioni ottiche fino nelle Chiese: illusioni di volte che si aprono verso il cielo e affreschi che simulano delle cupole in realtà inesistenti. L’esempio più famoso è la macchina barocca di Sant’Ignazio, che si trova nella chiesa del Gesù. Ma prima di arrivarci e goderci lo spettacolo, andiamo a scoprire insieme anche la chiesa di Sant’Ignazio da Loyola.

Panoramica storica

Ci troviamo nel Rione Pigna: è il rione più piccolo di Roma, ma anche quello più denso di monumenti.
Nel Medioevo qui avremmo trovato domus e vigne, mentre nel Rinascimento cambia tutto con l’arrivo dei Gesuiti, fino al punto di poter quasi definire la zona come “insula dei gesuiti” (inteso come “isolato dei gesuiti”). La chiesa di Sant’Ignazio dal Loyola e la Chiesa del Gesù sono due esempi perfetti di quanto fatto dalla confraternita. Non lontano troviamo il Collegio Romano, la “scuola di formazione” per i nuovi preti; da qui uscirono anche numerosi artisti. Siamo nel pieno del periodo della Controriforma, durante il quale la Chiesa doveva prendere decisioni importanti dopo la riforma protestante di Lutero. La Chiesa quindi convoca il Concilio di Trento, ed è in questo periodo che nasce l’ordine dei Gesuiti.  L’ordine è famoso come ordine di missionari, che andarono quasi in tutto il pianeta.  Una sorta di “esercito” che ha il compito di diffondere il Cristianesimo nel mondo. I sovrani del Nord Europa li vedevano addirittura come una minaccia: questo porta, nel 1743 (a opera di papa Clemente), all’annullamento dell’ordine; venne poi restaurato dopo Napoleone.


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Chiesa di Sant’Ignazio da Loyola

Questa fu la seconda chiesa costruita, in ordine temporale, dopo la Chiesa del Gesù. La costruzione fu avviata da Ludovico Ludovisi, grande “sponsor” dell’ordine dei Gesuiti formatosi proprio al Collegio Romano.
Egli finanziò di tasca sua la costruzione. La facciata è opera di Orazio Grassi, architetto gesuita; o meglio: il progetto era del Grassi, ma chi sono delle discussioni su chi effettivamente lo realizzò. Vediamo che la facciata è molto grande e imponente, e questo stupisce perché la chiesa inizialmente era nata come cappella universitaria del collegio Romano e non era aperta al culto. Sappiamo che prima qui avremmo trovato una chiesa dedicata all’Annunziata costruita nella prima metà del ‘500: era una chiesa  a tre navate, distrutta proprio per costruire la chiesa di Sant’Ignazio.
In relazione alla questione dei fondi per la costruzione, vi era il “problema” che non avevano i soldi provenienti dalle famiglie nobili che “compravano” le cappelle laterali per farle diventare le cappelle di famiglia; quindi venne deciso di utilizzare artisti gesuiti, appartenenti all’ordine, e non venne realizzata la cupola. E la “cupola” che vediamo quando ne visitiamo l’interno? Beh, è tutta una questione di prospettiva!
Si tratta di un affresco che, se osservato da alcuni punti della navata, “prende vita” e ai visitatori sembra di osservare una vera cupola. Osservando il pavimento si notano dei cerchi, che indicano i punti dove fermarsi per vedere quest’effetto prendere vita. Quando entriamo possiamo notare, disegnate sul soffitto, le rappresentazioni dei quattro continenti. Ciascun continente è identificato dal un elemento considerato caratteristico e, sotto, dal nome; questo perché una delle decisioni prese durante la Controriforma prevedeva che tutto dovesse essere chiaramente identificabile (i Santi soprattutto).  Rimanendo sul tema dei dipinti, nell’abside troviamo la rappresentazione di tre scene della vita di Sant’Ignazio.
Il transetto è formato da due cappelle. Da quella sulla destra entriamo nella Cappella Ludovisi, dove troviamo la tomba di Gregorio XV (Alessandro Ludovisi, esponente della famiglia. proprietaria della cappella). Nella stessa cappella troviamo un modellino della Chiesa del Cristo Re; si tratta di un modellino utopistico, dii una chiesa che potesse ospitare tutte le religioni e che, nella realtà, non venne mai costruita.

Chiesa del Gesù

Questa è la chiesa madre dell’ordine dei Gesuiti e la facciata rappresento l’ispirazione alla base di tutte le
chiese del genere. Venne costruita seguendo i decreti del Concilio di Trento: venne progettata a navata unica perché l’attenzione dei fedeli doveva concentrarsi sull’altare. La sua costruzione era un desiderio di Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù), ma purtroppo i lavori non vennero iniziati quando era in vita (per mancanza di fondi). I lavori iniziarono nel 1568, quando Francesco Borgia era Generale della Compagnia e il cardinale Alessandro Farnese costituì un fondo per la costruzione.
Vediamo che la Chiesa del Gesù presesenta la stessa impostazione della chiesa precedente, senza le architetture finte. Qui è sepolto Sant’Ignazio da Loyola. Tutti i giorni, alle 17:30, parte quella che conosciamo come “macchina barocca” ancora oggi perfettamente funzionante. Dopo il racconto di alcune scene della vita del Santo, inizia ad abbassarsi una pala d’altare: questo per svelare agli spettatori la statua del Santo (di cui le spoglie sono conservate proprio in quella cappella). SLa statua svelata alla fine della rappresentazione, purtroppo, non è quella originale (opera di Pierre II Le Gros): questa venne fusa durante l’occupazione francese del 1798.
La macchina funziona attraverso un meccanismo barocco a bilancieri, in funzione dal 1600; alcuni lo definiscono come il primo schermo cinematografico. Ma perché i Gesuiti avrebbero realizzato una cosa simile? Beh, l’ordine era solito utilizzare le rappresentazioni teatrali per evangelizzare i popoli: erano ovviamente rappresentazioni a sfondo religioso e, in alcuni casi, utilizzavano la comicità per attirare l’attenzione delle persone.
L’abside che vediamo oggi è del XIX secolo, forse la parte più recente di tutto l’edificio.

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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