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Abbazie del basso Lazio: Valvisciolo e Fossanova

Abbazie del basso Lazio: Valvisciolo e Fossanova

Era da qualche anno che avevo in mente un giro delle abbazie del Lazio, perché volevo conoscere meglio la regione dove vivo e sono cresciuta. Ho deciso di iniziare dal basso Lazio, dedicando una giornata alla visita dell’abbazia di Valvisciolo e quella di Fossanova. Sono due luoghi molto particolari e che trasmettono, a mio avviso, una grande sensazione di tranquillità (e anche tutta la loro bellezza e importanza) senza bisogno di troppe parole a corredo. Oggi voglio raccontarvi la bellezza di questi due luoghi.

Abbazia di Valvisciolo

Inizio con alcune informazioni utili prima di parlarvi del complesso. Da Roma ci sono andata in macchina, mettendoci poco più di un’ora, e ho poi parcheggiato “accanto” al complesso dell’abbazia (vi è un grande slargo adibito a parcheggio). Per la visita avrò impiegato un’ora circa.
Abbazia di Valvisciolo L’abbazia di Valvisciolo, edificata in stile romanico(-gotico-)cistercense, si trova fra Sermoneta, l’oasi di Ninfa e Latina Scalo. Viene definita uno dei capolavori del genere della provincia dopo l’abbazia di Fossanova. Riguardo la  fondazione dell’abbazia non si hanno notizie certe a causa della frammentazione delle fonti che ne parlano, ma secondo la tradizione sembra che questa abbazia sia stata fondata nel XII secolo da monaci greci (a cui poi seguirono i Templari nel XIII secolo e, infine, i monaci Cistercensi nel XIV secolo). Per quanto riguarda il nome, sembra che questo derivi dal nome della valle sottostante detta “dell’usignolo”. Negli atti pubblici l’abbazia viene chiamata col nome (abbazia di) “Marmosolio” fino al XV secolo: un documento dell’archivio Vaticano risalente al 1442 la chiama S. Stephani 
Abbazia di Valvisciolo de Mariseolo. Una leggenda di epoca medievale racconta che gli architravi delle chiese si spezzarono quando, nel 1314, venne messo al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare (Jacques de Molay): una crepa dell’architrave del portale principale si dice rimandi proprio a questo evento! Vi sono numerosi indizi che sembrano rimandare alla presenza dei Templari in questa abbazia:  la croce templare ubicata sul primo gradone del pavimento della chiesa, quella nel soffitto del chiostro e quella nella parte sinistra dell’occhio centrale del rosone. Sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono  emerse le cinque famose parole del palindromo SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS*. La presenza delle croci templari non è comunque ritenuta da tutti indicazione certa della loro presenza, in quanto la si può trovati anche in altri luoghi nei dintorni (come, ad esempio, il monastero del Sacro Speco). Dal 1864 l’abbazia di Santo Stefano di Valvisciolo è un priorato conventuale dipendente dalla congregazione di Casamari.
Abbazia di ValviscioloIl complesso dell’abbazia ha, oggi, un corpo molto allungato in direzione nord-sud e le due sezioni all’estremità sud sono aggiunte fatte “recentemente” alla struttura storica. Guardando la facciata della chiesa, a capanna composita, si può notare una differenza col corpo architettonico sulla destra: questa diversità è dovuta al restauro fatto nel 1863 su commissione di papa Pio IX. L’interno della chiesa è diviso in tre navate da pilastri e colonne e presenta pareti spoglie di affreschi, rispecchiando i canoni dei cistercensi (evitavano gli sfarzi architettonici perché per loro contava la spiritualità e non la vita materiale). Sul fondo della navata sinistra si trova la cappella di San Lorenzo, affrescata nel 1586-89 dal Pomarancio su
Abbazia di Valvisciolocommissione del cardinale Enrico Caetani e del duca Onorato IV. Gli altri ambienti del complesso si trovano a sud della chiesa e intorno al chiostro, come vuole la consuetudine delle abbazie cistercensi (anche se il refettorio, in questo caso, è parallelo e non perpendicolare al chiostro stesso). Il chiostro di Valvisciolo, di forma quadrangolare, è il cuore di tutta la struttura e la sua copertura risale al 1957 (quella originaria era, probabilmente, una semplice copertura a capanna). L’aula capitolare è l’unico ambiente di tutto il complesso ben conservato fino ai giorni nostri. La sala, come gli interni della chiesa, sono spogli e i gradino che percorrono il perimetro della sala servivano da sedute per i monaci.

* Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta dalle cinque seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Si tratta di un palindromo, ovvero una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa. L’iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate. Per saperne di più sulle varie ipotesi che riguardano il significato della frase vi rimando alla pagina di Wikipedia.

Abbazia di Fossanova

Vi sono arrivata dall’abbazia di Valvisciolo, impiegandoci circa quaranta minuti (da Roma ci vuole circa un’ora e mezza). Anche qui vi è un’area dedicata per lasciare la macchina e non dovreste avere problemi a trovare parcheggio (io sono andata in un giorno di matrimoni e celebrazioni e ho trovato posto subito, senza problemi).
Abbazia di Fossanova L’abbazia di Fossanova si trova nel comune di Priverno, ai confini con il comune di Sonnino, in provincia di Latina. Cosa la rende particolare? Il fatto che l’abbazia è circondata da un vero e proprio borgo (oggi frazione di Priverno): tutto l’abitato intorno l’abbazia ha l’aspetto di vicus* e prende il nome dalla cloaca che, inizialmente, era chiamata proprio “Fossa Nova”.
L’abbazia è in stile gotico italiano, nello specifico viene considerata una transizione dal romanico al gotico, e venne costruita tra il 1163 e il 1208 (anno della sua consacrazione). Anche a Fossanova gli interni sono senza affreschi (o quasi). Nella zona dell’infermeria si trova la stanza dove visse i suoi ultimi giorni e morì (nel 1274) San Tommaso d’Aquino e ancora oggi, nella chiesa, viene conservata la sua tomba vuota (il corpo è a Tolosa dalla fine del XIV secolo). Monumento nazionale dal 1874, oggi, rappresenta il più antico esempio
Abbazia di Fossanova d’arte gotico-cistercense in Italia. Il complesso di Fossanova nasce nel XII secolo con la trasformazione di un preesistente monastero benedettino, forse risalente al VI secolo. L’antico cenobio, costruito sui resti di una villa romana, venne ceduto nel 1134 da Papa Innocenzo II ad alcuni monaci borgognoni, guidati da San Bernardo di Chiaravalle. Il complesso abbaziale noto come rifacimento di quello benedettino è costituito dal chiostro, attorno al quale si sviluppa l’intera struttura,  la chiesa di Santa Maria,
Abbazia di Fossanova la sala capitolare, il refettorio e la cucina e, infine, i dormitori dei conversi. Inoltre, a completamento del tutto, non bisogna dimenticarsi della casa dei pellegrini, il cimitero e l’infermeria. Gli edifici del complesso monumentale sono recintati da mura, cosa che dona all’area l’aspetto di un borgo vero e proprio, all’interno del quale si trovano anche i resti di terme romane del I secolo a.C.

* Nell’antica Roma si parlava di Vicus in riferimento a un aggregato di case e terreni, sia rurale che urbano, appartenente ad un pagus che non aveva alcun diritto civile come il municipium o la colonia romana. Generalmente i vici non ebbero un’organizzazione politico-amministrativa propria, perché erano inseriti o nell’amministrazione dei pagi rurali o in quelle della città. I vici potevano essere distinti in:
– pagani o rustici, se situati in campagna. Generalmente costituito da casolari o abitazioni rurali congiunte fra loro in un pagus, ma separate dalla città.
– castelli, se muniti di mura;
– anteurbani se erano prossimi alla città;
– urbani se cittadini. Si trattava di un vero e proprio quartiere cittadino, organizzato amministrativamente a fini di censimento.
Dopo il IV secolo i pagi furono assorbiti dai municipi e dalle città e rimasero solo i vici rustici, che raggiunsero una parziale autonomia in ambito rurale. Fonte: Wikipedia
1 Commento

Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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1 Comment

  1. Bravo Camilla Areddia e grazie per la bella visita! I focussed on Valvisciolo for now but will return for Fossanova and other sites soon. Ho un debole per Lazio.
    Auguri da Montréal, Lou

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