Diversi anni sono ormai passati dalla prima volta che vidi la cascata delle Marmore
e forse è proprio per questo che non me la ricordavo assolutamente. Tornarci è stato come vederla per la prima volta e non potevo che rimanerne estasiata. Si tratta di una cascata dal flusso controllato, attraverso delle dighe che rispondono alla centrale idroelettrica costruita dalle acciaierie di Terni tra il 1927 ed il 1929: il suo dislivello di 165 metri suddiviso in tre salti, di cui uno più defilato, la posiziona tra le cascate più alte d’Europa nel suo genere. La storia della cascata, però, inizia molto prima rispetto alla costruzione della centrale: i romani deviarono il corso del fiume Velino perché andasse a gettarsi nel Nera,
il principale affluente del Tevere; non fu semplice, nei secoli scorsi, evitare problemi dovuti all’imponente fluso d’acqua, ma oggi lo spettacolo della cascata lascia senza parole i visitatori.
Vi sono sicuramente due parcheggi per le macchine, uno vicino al belvedere superiore e l’altro vicino al belvedere inferiore; il biglietto d’ingresso costa 10 euro e comprende anche una breve visita guidata che definirei più una “introduzione alla cascata”: in mezz’ora circa viene spiegata la storia della cascata (all’incirca dai romani ai giorni nostri) mentre lentamente si cammina fino al belvedere più vicino.
Finita la spiegazione, la guida dà tutte le indicazioni del caso per chi vuole intraprendere uno dei tre percorsi che si sviluppano all’interno del parco: per il percorso uno ci vuole circa mezz’ora solo per arrivare in cima (più il tempo per tornare indietro), mentre per il percorso due ed il percorso tre, da quello che ha detto la guida, ci vuole mezz’ora (per ciascuno) per completarli. La cascata ha degli orari d’apertura particolari: solo dalle 12:00 alle 13:00 la mattina e dalle 15:00 alle 16:00 perché sono i due orari in cui la diga è aperta e in cui, quindi, la portata d’acqua è al massimo; questi orari mostrano il suo stretto legame con la centrale idroelettrica e c’è una sirena che suona circa 20 minuti prima di ciascuna apertura.
Cosa colpisce della cascata? Credo semplicemente tre aspetti, per certi versi forse anche abbastanza ovvi: la natura che la circonda, la sua bellezza e, soprattutto, per il rombo generato dall’alto salto e dalla enorme quantità d’acqua che vi passa. Lungo il percorso si trovano bagni, negozi di souvenir (che vendono anche impermeaabili/poncho per chi non vuole bagnarsi) e punti ristoro: si tratta principalmente di camion-“ristorante” che preparano e vendono panini (anche con prodotti tipici della zona come la salsiccia umbra); alcuni mettono a disposizione anche delle sedie per i clienti, ma se preferite sedervi al tavolo ed ordinare da un menù da sfogliare vi suggerisco di inserire la visita alla cascata all’interno di un giro più ampio che vi possa portare anche a fare una sosta ad un ristorante.
Vi suggerisco, per concludere questo breve post, di andare preparati: giacche impermeabili, per evitare di inzupparvi ed infreddolirvi per la nuvola d’acqua che non si può evitare (il salto di 165 metri fa si che si nebulizzi molta acqua) e scarpe antiscivolo per evitare di cadere e farvi male a causa dei tratti di strada umidi (per non dire totalmente bagnati); se poi volete anche fare uno dei percorsi, non c’è bisogno di specificarlo, preparatevi un paio di scarpe adatte!
[NB: Se volete andare in giornata da Roma, la cascata dista circa un’ora e mezza dalla città]