Il primo fine settimana di dicembre l’ho passato a Palermo con l’Associazione Italiana Travel Blogger. Voglio iniziare questo racconto della città e della mia scoperta delle sue bellezze partendo dal tour della street art che abbiamo fatto il sabato a metà mattinata insieme all’associazione sguardi urbani.
A Piazza San Domenico, la nostra guida ci spiega qualcosa del centro di Palermo: via macheda e corso vittorio emanuele lo dividono in 4 quadranti, ciascuno con il suo nome ed il suo mercato; il nostro tour passerà per 3 di questi quadranti-quartieri. Iniziamo dalla Vucciria: zona di voci e confusione, “fare vucciria” è una dicitura entrata nel linguaggio comune per indicare proprio “fare confusione”. Ci fermiamo quasi subito davanti ad un pescivendolo, dove troviamo un Padre Pio un po’ particolare con una bottiglia di birra in mano; è qui che scopro che non sono solo i murales ad essere considerati “street art”, ma anche quei poster artistici che spesso si trovano attaccati sui muri.
Gli artisti che hanno decorato e disegnato i muri di Palermo sono tantissimi e arrivano da tutto il mondo (un australiano ha riportato Santa Rosalia in diverse versioni):
la nostra guida ci spiega che questo accade perché in città non vi è una regolamentazione e, quindi, gli artisti possono arrivare da ogni angolo del mondo per realizzare la loro arte. Se Santa Rosalia è la patrona religiosa di Palermo, il Genio è il suo patrono laico: rappresentato sia tramite disegni/murales che attraverso delle statue, si tratta di un uomo anziano barbuto con una serpe che mangia dal suo petto; si tratta di una sorta di rappresentazione delle dominazioni straniere che hanno “mangiato dalla città”, che ha dato loro nutrimento. A Piazza Garraffello si trovano ancora i danni dei bombardamenti subiti dalla città durante il secondo conflitto mondiale e, purtroppo, l’incuria non aiuta la situazione.
Il tour prosegue, poi, per le strade di Kalsa, zona di Palermo che deve il suo nome alla fortezza fatta costruire da un emiro durante la dominazione araba. Questo quartiere era la cittadella fortificata della città durante la dominazione araba e il suo nome deriva da “al halisah”(l’eletta, la pura). Ancora oggi vi aleggia una particolare atmosfera orientale accentuata dalla presenza di monumenti in stile arabo-normanno. Il cuore del quartiere è intorno alla piazza della Kalsa, ma la zona si estende fino a corso Vittorio Emanuele. Durante la nostra camminata passiamo da vicolo dadi, dove un tempo vi erano le botteghe i fabbricanti di dadi.
Ci fermiamo, poi, in Piazza Magione che rappresenta un caso di toponomastica spontanea (non vi sono targhe che riportano il nome della piazza). Al centro vi è un enorme edificio diroccato, su cui troneggia un’immagine di Papa Sergio (che nacque a Palermo): questa è una delle più grandi opere di street art di tutta Palermo ed è possibile afferrare visivamente il viso del Papa solo osservandolo da lontano, perché per realizzare quest’opera venne usata una tecnica particolare “reticolata” (da vicino si vedono praticamente solo delle macchie di colore).
Vi consiglio di passare per Vicolo caccamo all’Alloro, che porta proprio a Piazza Maggione: qui trovate un lungo murales di EmaJones che racconta, spiegato a parole mie, la storia della vita umana schiacciata dal consumismo. Purtroppo il meteo è stato decisamente avverso e, a questo punto del nostro tour, eravamo alle prese con un bel diluvio. Facciamo una sosta all’ingresso del quartiere di Ballarò, zona multietnica di Palermo: entriamo da una piccola piazza piena di murales, tutti nati spontaneamente tranne una grossa farfalla nata su commissione. Il nostro giro si conclude in Piazzetta mediterraneo,
dove si trovano gli ultimi murales del nostro tour (e alcuni dei più belli). Sono rimasta molto colpita da queste opere, alcune le ho trovate veramente bellissime, e mi dispiace non aver segnato i nomi di tutti gli artisti per poterli riportare anche in questo post. Ho già in testa di tornare a Palermo per ripetere il tour in una giornata di sole per poter apprezzare al meglio il giro e le opere, il centro storico di Palermo e, magari, per riuscire anche ad assaporare i sapori dello street food palermitano (avremmo dovuto farlo alla fine di questo tour, ma il tempo ballerino ci ha tirato un brutto scherzo). Vi lascio il link all’album flickr con tutte le foto del fine settimana, in attesa di raccontarvelo qui a parole.
PS: Sui muri di Palermo vi capiterà di vedere scritto spesso “800 A”. Non è un codice strano, ma solo il modo che è stato trovato per nascondere la parola “suca” (la S diventa un 8, la U e la C diventano i due 0 e la A rimane uguale).
PS parte 2: non posso che concludere ringraziando Wonderfulitaly e Visit Palermo, che ci hanno permesso di passare questo fine settimana splendido alla scoperta della città. Vi parlerò quanto prima di tutti i luoghi che ci hanno portato a scoprire, dove mangiare e del piccolo appartamento molto carino dove ho soggiornato.