Oggi torniamo a parlare di uno degli autori che preferisco, per quanto riguarda la letteratura di viaggio, ovvero Bill Bryson. Il libro è “Piccola grande isola“, scritto circa vent’anni dopo “notizie da un’isoletta e che parla (ancora) di Gran Bretagna.
L’idea per questo viaggio è di percorrere una linea immaginaria, la la Bryson Line: la linea retta più lunga che si possa tracciare tra due località britanniche. Parte da Bognor Regis per arrivare fino a Cape Wrath, dal canale della manica Brison arriva alla punta della Scozia: con alcune deviazioni, l’autore racconta il suo viaggio attraverso centri turistici costieri ormai in decadenza, la bellissima brughiera scozzese e i laghetti del Nord dell’Inghilterra senza dimenticarsi, ovviamente di Londra e il suo “delirio” di grattacieli. Diverse volte l’autore riflette sull’intervento umano che c’è stato o sarebbe potuto esserci, riflettendo “di riflesso” sulla bellezza della natura. Attraverso anche numerosi aneddoti storici e personali, si viene portati alla scoperta della Gran Bretagna in un modo che solo Bryson forse sa fare.
Come con tutti gli altri libri di Bryson che ho letto, anche questa volta l’autore è riuscito a portarmi in giro per un paese con estrema leggerezza e ironia. Sono tornata a visitare posti che già conoscevo e a scoprirne di nuovi (e di cui nemmeno sospettavo l’esistenza e la bellezza) senza spostarmi dalla sedia (anzi, dai mezzi pubblici per andare in ufficio!). Se consiglio di leggerlo? Con i libri di Bill Bryson mi risulta spesso difficile non farlo e Piccola grande isola non è ovviamente da meno! Nella sezione di letteratura di viaggio del blog ci sono altri tre post che parlano dei libri di Bill Bryson.