Siamo sull’aventino accanto al giardino degli aranci, famosi per la vista che offre su Roma. Qui si conserva la Basilica di Santa Sabina all’Aventino, un luogo di culto a Roma da conoscere e visitare almeno una volta. Accanto al giardino degli aranci, giardino che offre una vista spettacolare su Roma, la basilica di Santa Sabina all’Aventino ha una storia da conoscere.
Colle Aventino: la storia
Ci troviamo sul colle Aventino, uno dei sette colli di Roma e l’unico escluso dal pomerio (il confine di Roma quando venne fondata da Romolo).
Questo colle, all’inizio, ospitava le genti latine o sabine di Roma: un esempio erano i”deportati” di alcune città dei dintorni (alcune delle quali fanno oggi parte della città, inglobate nei suoi confini). L’aventino è infatti conosciuto come “colle della plebe”. Era fuori dai confini della città perché qui le genti veneravano i loro dei, per i quali dentro non potevano essere costruiti templi. Nei secoli successivo, questo colle non è più abituato dalla plebe, in quanto arriva a vivere qui l’aristocrazia romana. I barbari, purtroppo, arrivano però a distruggere tutto.
Durante il medioevo questo colle faceva parte del “disabitato”, ovvero quelle zone. di Roma che si trovavano dentro le mura e non erano abitate. In quel periodo storico, qui, vi erano solo le chiese.
Santa Sabina all’Aventino: un po’ di storia
Anche se il medioevo è quello che potremmo definire il “periodo delle chiese”, la basilica di Santa Sabina fa eccezione:
venne costruita durante il V secolo dopo cristo, ovvero durante il tardo impero. Comunque l’edificio si trovava in una zona decisamente urbanizzata della città di Roma. Ma chi era Sabina? Era la moglie del senatore Valentino, convertita al cristianesimo grazie alla sua ancella e martirizzata sotto Adriano nel II secolo. La chiesa “originale”, quella costruita nel V secolo, era praticamente come quella di oggi; in più era anticipata dal quadriportico e aveva un battistero che però non è mai stato trovato (si ipotizza che fosse in mezzo alla piazza). Le chiese del tempo avevano tutte il quadriportico, come quello di San Paolo fuori le mura (andato distrutto in un incendio e ricostruito uguale).
La basilica venne fondata da un presbitero, Pietro d’illiria (a cui è dedicata la piazza esterna), e non da un papa. Sappiamo che in origine l’interno era coperto di mosaici, dei quali oggi rimane solo quello sopra il portale d’ingresso. Per quanto riguarda l’epoca della sua costruzione, siamo ormai nel basso impero: in quel periodo, caratterizzato dal decadimento, era la chiesa a costruire e non l’impero (diciamo, quindi, il potere religioso e non quello civile).
Basilica di Santa Sabina all’Aventino: l’esterno
Iniziamo dal porticato esterno della chiesa, dove si trova un affresco scoperto negli anni Duemila “per caso”;
di epoca bizantina, datata VII-VIII secolo dopo Cristo, l’opera rappresenta una scena del concilio di Costantinopoli (680). Sempre nel porticato troviamo una grata, dalla quale è possibile vedere il pavimento di una casa del II secolo. Ci troviamo in quello che era il nartece, porticato, dell’antica chiesa; come già detto, questa aveva anche un quadriportico oggi scomparso: venne abbattuto quasi completamente nel corso del tempo e ne è rimasta una parte nel chiostro che però non si può visitare.
La basilica di Santa Sabina è però famosa per il suo portale ligneo. È uno dei pochi arrivati fino a noi, sopravvissuto nel corso dei secoli a incendi, invasioni (ad. esempio ad opera dei barbari) e altri problemi. In origine aveva 28 formelle, oggi ne restano solo 18: alcune parti del portale, quindi, non sono originali ma sono stare rifatte nel corso del tempo. Le scene rappresentate non sappiamo che ordine avessero in origine, proprio perché è stato rifatto; si nota infatti che la “storia raccontata” inizia, in alto a sx, con la crocifissione. E ad oggi è la rappresentazione più antica.
Basilica di Santa Sabina all’Aventino: l’interno
Entrando nella basilica vediamo che è decisamente spoglia; le proporzioni auree dei suoi elementi
architettonici sono una sua caratteristica, e danno alla basilica delle proporzioni praticamente perfette. Si può anche notare, visitandola di giorno, che la navata centrale è più illuminata rispetto a quelle laterali: questo accade perché le finestre sono più grandi e fanno entrare più luce. Accanto alla porta d’ingresso ci sono due cose da notare. Innanzi tutto che per costruire il campanile, successivo alla chiesa, è stato chiuso un ingresso della chiesa. poi vi è anche quella che viene definita la pietra del diavolo: la storia dice che venne lanciata dal diavolo a domenica, invidioso perché aveva creato la regola dei dominicani. Il pavimento, purtroppo, non è quello originale… Ma sicuramente la basilica non ne ha risentito. Anche l’affresco dell’abside è stato rifatto più volte nel corso del tempo.
Piccola nota finale: qui il Papa tiene la messa del mercoledì delle ceneri.
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