La storia di Roma e dell’Italia è raccontata da numerosi musei sparsi in giro per il paese. Tra questi vi è anche il museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, che oggi fa parte del circuito “Musei in comune”. Il museo è diviso in due sezioni: una relativa alla storia garibaldina risorgimentale e la seconda sulla storia e le vicende della Divisione italiana partigiana Garibaldi. Il museo si trova all’interno di Porta San Pancrazio, all’ombra del colle del Gianicolo.
Per visitare il museo ci vuole un’ora e mezza circa se si presta attenzione a tutto quanto esposto e da li, poi, si raggiunge in pochi passi il Gianicolo e quelli che sono i monumenti e luoghi d’interesse della zona.
Il museo
Il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, situato appunto all’interno del complesso monumentale di Porta San Pancrazio, segue e ripercorre la storia, i luoghi e i personaggi della Repubblica
Romana del 1849. Il luogo scelto per ospitare il museo è sia un luogo molto evocativo in termini di storia della città, ma anche un luogo che racconta molto della zona del Gianicolo. Al suo interno troviamo busti, plastici, dipinti, incisioni e cimeli garibaldini. Vi è anche un apparato multimediale che quando sono andata io a visitare il museo, lo scorso settembre 2023, non era però in funzione (almeno non nella sua totalità). Il museo è diviso in varie sezioni,
che si snodano lungo i 4 piani della struttura, guidato i visitatori attraverso la storia della Repubblica Romana e raccontando le figure principali di quegli anni.
Il racconto inizia dai moti europei del 1848, passando poi per la fase liberale di Pio IX e la fuga del pontefice a Gaeta; quindi racconta la proclamazione della Repubblica Romana e quello che fu il suo epilogo nel 1849. Quale fu la successione degli eventi? Cosa accadde i quelle giornate drammatiche? Quali eserciti si trovarono contrapposti a combattere? Tutto viene riportato alla luce, sala dopo sala, nell’ambito del percorso espositivo del museo. Il salone delle secondo piano ospita il plastico dove è stata rappresentata la battaglia del 30 aprile, riproducendo l’assedio francese tra la primavera e l’estate del 1849. Attraverso le ultime sale si snoda il racconto di alcuni dei più importanti protagonisti di quel periodo (Luciano Manara e Goffredo Mameli i due sicuramente più conosciuti).
Porta san Pancrazio
Abbiamo già detto che porta San Pancrazio, una delle porte meridionali delle mura aureliane, è un luogo altamente evocativo dei fatti raccontati nel museo. La costruzione dell’attuale porta avvenne tra il 1854 e il 1857 , sulle rovine della porta che venne semidistrutta durante le vicende belliche del 1849 e che a sua volta era stata costruita al posto dell’antica porta Aurelia, situata in posizione leggermente arretrata rispetto a quella odierna. Il 19 aprile 1951 l’Amministrazione Comunale consegnò i locali all’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini per la realizzazione del Museo.