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Rione Prati – I rioni di Roma

Rione Prati – I rioni di Roma

Roma ha tanto da raccontare, della sua storia millenaria. Andare alla scoperta dei suoi rioni e quartieri, famosi e non, permette di avere una panoramica di come Roma è cambiata nel corso dei secoli.

Voglio raccontarvi del rione Prati

vicinissimo a San Pietro, ma costruito in maniera tale che il Vaticano non sia visibile dalla quasi totalità delle sue vie. Questo rione, o quartiere che dir si voglia, ha sempre avuto un certo fascino (almeno per me) e spesso sono venuta qui a passare parte del mio tempo libero.

La storia del rione Prati

Il quartiere nasce e si sviluppa tra la fine del’800 e l’inizio del ‘900. Da dove iniziare? Da Castel Sant’Angelo, ultimo avamposto della parte più antica di Roma e – soprattutto – del rione.
Qui, in principio, c’era solo il castello, mentre intorno si trovavano solo casolari e zone di cacciagione. In epoca romana Castel Sant’Angelo era fuori dalle mura, che oggi qui intorno non sono più visibili. Ma le mura rimangono nella toponomastica: alla fine del ponte Sant’Angelo si trovava una torre delle mura e, infatti, il lungotevere tor di nona prende il nome proprio da questa torre. Diventata anche “succursale” della prigione di Castel Sant’Angelo, tanto che sembra si sentissero le urla dei prigionieri, oggi la torre non esiste più. Il castello venne costruito come tomba di Adriano e venne pensato come “tomba dinastica”: qui venne sepolta tutta la sua famiglia, fino a Caracalla (escluso).
Perché il ponte davanti al castello si chiama Ponte Sant’Angelo? Il motivo è semplice: perché vi si trovano diverse statue raffiguranti degli angeli (una delle statue venne fatta dal Bernini, le altre vennero comunque disegnate da lui). Sapevate che, per secoli, questo è stato l’unico ponte per attraversare il Tevere ed arrivare a San Pietro? In età antica c’era il ponte di Nerone, che si trovava davanti all’ospedale Santo Spirito (all’epoca lì si trovava la villa di Agrippina), ma poi venne distrutto! Il ponte oggi identificato con questo nome venne costruito per la prima volta nel 134 da Adriano, proprio per collegare la riva sinistra al suo mausoleo (Castel Sant’Angelo) e, infatti, se lo si osserva bene si nota la differenza delle tre arcate centrali (di epoca romana) con le altre due laterali. In epoca romana, questa era una zona paludosa e dove era facile ammalarsi di malaria. Ma è anche una zona dove, nel corso dei secoli, sono stati costruiti numerosi edifici importanti: per rimanere al tempo dei romani, Caligola viene ricordato per numerose costruzioni, tra cui viene ricordato il suo “circo” (ristrutturato da Nerone, si trovava all’incirca dove oggi c’è la la basilica di San Pietro).
Il quartiere Prati venne progettato e costruito come uno smacco allo Stato del Vaticano: l’impianto urbano fa si che la Basilica di San Pietro e le mura che “delimitano” il piccolo stato Vaticano non siano mai visibili, da nessuno dei punti della zona.


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Una passeggiata per il rione prati

Iniziando la passeggiata da Castel Sant’Angelo, a poche decine di passi di distanza si trova l’edificio dell’Associazione nazionale mutilati di guerra (la prima delle due guerre mondiali).
Venne costruito dopo il palazzo di giustizia, è costruito a mo’ di “cuneo” tra i vari palazzi che si trovano qui: infatti le sue due facciate, dall’architettura di stampo fascista, hanno dimensioni differenti (quella “sul retro” è più piccola). L’architetto è Marcello Piacentini, che ha lavorato anche ad alcune strutture del Foro Italico, dell’Università La Sapienza e fu anche autore di alcuni progetti per il quartiere dell’EUR. Costruito in travertino e laterizio, gli stessi materiali usati nella Roma antica, il suo “campanile” ricorda quello di Sabaudia (vennero infatti costruiti nello stesso periodo).
Poco distante è il Palazzo di Giustizia, chiamato “palazzaccio” dai romani.
Si tratta dell’edificio che ospita la Corte di Cassazione ed ha due facce/facciate: una affacciata sul fiume e l’altra affacciata su Piazza Cavour. L’entrata ufficiale è quella affacciata sul Tevere, dove infatti si trovano le statue della Giustizia e della Fama (rappresentata con la tromba, perché declama ai posteri), ma l’entrata che tutti usano è quella dal lato di piazza Cavour. Costruito a fine ‘800, l’edificio è stato costruito in travertino. L’edificio è stato fortemente volti da Giuseppe Zanardelli (infatti poco distante si trova via Zanardelli). L’edificio, imponente e degno di nota, ha però qualche problema dovuto al fatto che il terreno sottostante è composto prevalentemente da argilla (quindi parliamo di un terreno alluvionale)… Gli enormi strati di cemento mesi sotto l’edificio danno maggiore stabilità, certo, ma si tratta principalmente di un espediente che “aiuta ma non risolve al 100%”.
Ma continuiamo la passeggiata. A poche decine di metri di distanza troviamo la Chiesa Sacro Cuore del Suffragio. Si tratta di una chiesa neogotica, uno degli edifici che maggiormente colpiscono chi passa per questa zona di Roma, oltre ad essere anche uno dei miei preferiti, devo ammettere! Perché? Semplice: per come contrasta con quanto ha intorno, rimanendo (secondo me) molto elegante. Opera dell’ingegnere Giuseppe Gualandi, è conosciuta anche come “piccolo Duomo di Milano” proprio per il suo stile neogotico. Guardandola da lontano vi sembra costruita in marmo, vero? Ecco, devo però deludervi: in realtà è costruita in cemento armato (per una questione di costi, pare). Adiacente alla chiesa, nella sacrestia, troviamo il Museo delle anime del Purgatorio, al quale si può accedere grazie ad una porta che dà sulla sesta campata della navata di destra. Un piccolo museo decisamente particolare, soprattutto perché si trova nella sacristia i una chiesa. Venne aperto dopo che, nella cappella dell’associazione del Sacro Cuore del Suffragio delle anime del Purgatorio, si verificò un evento miracoloso nel 1897: nel corso di un incendio apparve l’anima di un defunto la cui effigie rimase impressa sulla parete.  A poco più di 100 metri (160, per la precisione) si trova il Gran Caffè Ruschena, al piano terra dell’elegantissimo Palazzo Blumenstil. L’eleganza del palazzo, in stile “finto rinascimentale”, è decisamente evidente già ad una prima occhiata e il caffè è il primo che venne costruito a Roma “in stile Parigi”.
Percorrendo via Vittoria Colonna arriviamo a Piazza Cavour, pensata come giardino esotico: proprio per questo vi troviamo molte palme di diverse tipologie. L’idea di questa piazza si trova già nel piano regolatore del 1870, che venne fatto quando Roma diventa capitale. Sulla piazza affaccia il Cinema Adriano, che inizialmente venne costruito come teatro (sulla facciata, infatti, si legge ancora “teatro Adriano”). Sempre sulla piazza affaccia anche la Chiesa Valdese. Venne edificata fra il 1911 e il 1913 e all’interno del complesso si trova anche la Facoltà valdese di teologia. La cosa particolare? Che i valdesi, nel Medioevo, erano considerati eretici e la loro chiesa è decisamente vicina al Vaticano!
Attraversando via Cola di Rienzo (un altro eretico, che ha dato il nome a una via vicino a San Pietro) si nota per la prima (e unica) volta lo stato del Vaticano, o meglio: si notano le mura che delimitano lo Stato del Vaticano! Parliamo di una strada pensata e costruita come via per lo shopping della borghesia. Appena si entra nelle stradine “dall’altro lato di via Cola di Renzo” si inizia a notare la differenza con quelle viste nella parte precedente. Perché? Per una questione di quando vennero costruite: la zona tra la via dello shopping e il Tevere risale alla fine dell’800, mentre questa è di inizio ‘900. Numerosi sono, in questa zona del Rione, i villini in stile Liberty (costruiti negli anni ’20 del Novecento).
Ultima sosta della passeggiata: la Chiesa di San Gioacchino, voluta da Papa Leone XIII, che voleva celebrare il suo giubileo sacerdotale. La prima pietra venne posata nel 1881, ma poi i lavori vennero realizzati tra il 1891 e il 1898, quando poi la chiesa venne aperta al pubblico (anche se i lavori, però, finirono solo nel 1911). Chi era san Gioacchino? Il padre della Vergine Maria! (Gioacchino, però, era anche il padre di Papa Leone XIII). Alla fine di via Pompeo Magno, dove si trova la chiesa, si apre Piazza dei Quiriti. La piazza prende il nome dai “Quirites”, ossia i Sabini, abitanti della città di “Cures” e co-fondatori di Roma. Ma c’è anche una seconda ipotesi, che identifica i Quiriti negli abitanti di Roma, così denominati perché concittadini ma anche e soprattutto adoratori del dio Quirino (Romolo asceso allo status di divinità). AL centro della piazza troviamo una fontana costruita nel 1928 dallo scultore Attilio Selva su commissione del governatore di Roma Ludovico Spada Veralli Potenziani, che aveva ricevuto l’incarico della gestione urbanistica di Roma da Mussolini.



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link utili

Ai più curiosi, per scoprire anche gli aspetti più curiosi della città, suggerisco di leggere il libro Roma insolita e segreta. Per gli appassionati di “trekking urbano” suggerisco, invece, il libro Roma, guida insolita per esploratori urbani. 15 trekking urbani a piedi e in bici per vagabondare nei parchi, nelle periferie, nella street art, nei borghetti della Capitale. Infine, a chi è interessato a scoprire qualcosa in più della storia del rione suggerisco altri due libri: La storia di Prati dalla preistoria ai giorni nostri e I RIONI E I QUARTIERI DI ROMA. CELIO, TESTACCIO, SAN SABA, PRATI. VOL. 8

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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