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Il ghetto ebraico di Varsavia

Il ghetto ebraico di Varsavia

L’antico ghetto ebraico di Varsavia ha ancora tanto da raccontare

Lo so, sono passati ormai due mesi dal mio viaggio a Varsavia… Finalmente, oggi, vi racconto l’ultima parte della mia esperienza di viaggio.
Oggi vi porto nella zona dell’antico ghetto ebraico di Varsavia: tra monumenti e musei il quartiere, ricostruito come è accaduto per gran parte della città, questa zona di Varsavia tiene ancora viva la memoria della storia, degli eroi e degli orrori. Vi voglio parlare di 2 monumenti commemorativi e due musei, uno dei quali mi ha sicuramente colpita molto e non è stato “facile da visitare”. Iniziamo, allora, la scoperta del ghetto ebraico di Varsavia.

Monumento alla rivolta di Varsavia

La rivolta di Varsavia scoppiò il 1 agosto 1944 e durò fino al 2 ottobre 1944, rappresentando uno degli eventi più importanti e devastanti della storia di Varsavia e della Polonia. Fu proprio in quei mesi che vennero distrutti gran parte degli edifici di Varsavia (circa il 90% della città andò distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale).
Monumento all'interruzione di Varsavia La rivolta venne organizzata dal movimento di resistenza polacco che aveva combattuto per l’indipendenza della Polonia durante il conflitto (principalmente l’esercito di casa) e rappresenta un evento molto controverso per le autorità comuniste della Repubblica popolare di Polonia del dopoguerra. Tornando ai giorni nostri, ho notato diversi fiori e lumini ai piedi del gruppo principale di statue. Per la città di oggi, questo monumento sembra non essere più solo “un qualcosa costruito in ricordo di una rivoluzione popolare – un evento tragico”, ma è diventato un luogo per ricordare e rendere omaggio a quelle persone che hanno dato la loro vita per l’indipendenza del paese.

Dove si trova: Długa 22;

Monumento agli eroi del ghetto

In polacco si chiama Pomnik Bohaterów Getta ed è un monumento commemorativo, a ricordo (anche questo) della rivolta del ghetto di Varsavia. Perché è stato costruito in questo punto di quella che un tempo era la zona del ghetto ebraico di Varsavia? Perché è proprio da quel punto che ebbe inizio il primo scontro
armato dell’insurrezione. Nello stesso luogo avvennero numerosi scontri tra i partigiani ebrei del ghetto di Varsavia e le truppe tedesche. Il monumento venne in parte costruito con del materiale utilizzato dai nazisti per altri scopi, che venne fatto portare a Varsavia nel 1942 e il monumento fu inaugurato nell’aprile 1948. La decisione di costruire un monumento in memoria dei partigiani del ghetto fu presa già a Lublino nel 1944 dal Comitato Centrale degli ebrei polacchi e la prima parte del monumento, una piccola lapide commemorativa, fu inaugurata il 16 aprile 1946. Di forma circolare, su questa lapide vi è un’iscrizione in ebraico, polacco e yiddish

Per coloro che caddero in una lotta eroica e senza precedenti per la dignità e la libertà del popolo ebraico, per una Polonia libera e per la liberazione dell’umanità. Gli ebrei polacchi“.

Un altro monumento, alto 11 metri e scolpito da Nathan Rapoport,venne inaugurato il 19 aprile 1948:  il muro del memoriale venne pensato progettato per rievocare non solo le mura del ghetto di Varsavia, ma anche il Muro Occidentale (Kotel) di Gerusalemme. Venne realizzata anche una scultura, che costituisce la parte occidentale del monumento; questa statua, realizzata in bronzo, raffigura un gruppo di insorti (uomini, donne e bambini) armati di pistole e bombe Molotov. La figura centrale ritrae Mordechaj Anielewicz , il capo di della Żydowska Organizacja Bojowa durante la rivolta.

Dove si trova: Ludwika Zamenhofa (di fronte al museo POLIN)

POLIN Museo della storia degli ebrei polacchi

«Non puoi costruire una buona storia della Polonia senza raccontare la storia degli ebrei di Polonia – ha affermato Dariusz Stola, il direttore del museo -. E non puoi avere una buona storia degli ebrei di questa parte del mondo senza ripercorrere la storia della Polonia».

Il museo si trova esattamente di fronte al monumento agli eroi del ghetto. Al suo interno è allestita un mostra-racconto multimediale sulla comunità ebraica che nacque e si sviluppò in Polonia per mille anni fino alla Shoah.
POLIN: Museo della storia degli ebrei polacchi La parola POLIN, che fa parte del nome del museo, è di origine ebraica e in italiano può essere tradotta o come “Polonia” o come “riposo qui” e rimanda a una leggenda sull’arrivo dei primi ebrei in Polonia. Il museo copre una superficie di quasi 13 000 metri quadrati (parlando solo di quelli utilizzabili) e l’esterno è decisamente molto minimalista.
Dal momento che il museo mira a raccontare l’intera storia degli ebrei in Polonia, non solo il periodo sotto
POLIN: Museo della storia degli ebrei polacchi l’occupazione tedesca, il progettista ha voluto evitare somiglianze con musei dell’Olocausto esistenti (come il Museo Ebraico di Berlino e il museo di Yad Vashem). Una volta preso il biglietto, dal piano più basso (nel seminterrato) inizia il percorso della mostra principale sulla storia degli ebrei in questo paese: dal VII secolo (circa) quando i primi gruppi arrivarono fino ai giorni nostri, passando per  una vera e propria migrazione nel XII secolo.

L’antropologa americana Barbara Kirshenblatt-Gimblett, che ha organizzato le collezioni del museo, racconta: «L’obiettivo è raccontare una storia che non dia solo il senso dell’Olocausto, ma che vada anche oltre».

Il percorso è abbastanza lungo, per la visita suggerisco di tenere in considerazione almeno due ore. Al piano della biglietteria bisogna passare sotto un metal detector (ricordate di svuotare le tasche della giacca, non ve la faranno togliere) e potete anche lasciare borse e cappotti negli armadietti-guardaroba.

Prigione di Pawiak

La costruzione di questo edificio iniziò nel 1830 su ordine del conte Fryderyk Skarbek, che all’epoca faceva parte del Consiglio di Stato del Regno di Polonia. La struttura, lunga 155 metri e larga 12 metri, si strutturava su quattro piani e si trovava tra le strade Dzielna, Wiezienna e Pawia (da quest’ultima prende il suo nome).
La prigione di Pawiak La prigione di Pawiak è stata utilizzata per più di un secolo: durante le rivolte del 1836 venne usata come prigione per i polacchi che poi sarebbero stati deportati in Siberia; succesivamente divenne un carcere maschile dove venivano rinchiusi i criminali “comuni”. Nel 1939 inizia la storia di Pawiak come prigione della Gestapo, diventando (o ritornando ad essere) un luogo di reclusione politica. Qui, durante la Seconda Guerra Mondiale, vennero rinchiuse circa 300.000 persone tra partigiani, ribelli, prigionieri politici, e tantissimi civili catturati durante i rastrellamenti (del Ghetto di Varsavia e non solo).
La prigione di Pawiak Decine di migliaia di persone vennero mandate da Pawiak ai campi di concentramento o di sterminio, ma non è semplice capirne il numero effettivo perché gli archivi della prigione non vennero mai ritrovati. Questo è il luogo del ghetto ebraico di Varsavia che mi ha colpita di più. Ammetto di aver vacillato un atimo, durante la mia visita, di aver fatto per un momento fatica a continuare la mia visita.
Vi sono esposti documenti, foto, vestiti dei prigionieri qui reclusi e si può sbirciare dentor gli ambienti che un tempo erano le celle e altre stanze della prigione.

Dove si trova: Ul. Dzielna 24 – 26;
Orari: dal mercoledì al venerdi;
Biglietto: 8zl (circa 1,80 euro);

Informazioni, collaborazioni e link utili

Ho finalmente rimesso mano al mio profilo su TripAdvisor e ho creato una mappa con tutti i luoghi di Varsavia che ho visitato. Spero possa esservi utile da avere a portata di mano o anche solo per prendere spunto per il vostro viaggio.

Su Civitatis trovate i biglietti (gratuiti) per un free tour del ghetto di Varsavia.

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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