“Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all’interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto… Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d’uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio.”
Oggi, per il nostro appuntamento con la letteratura di viaggi, vi porto in Portogallo: parliamo del libro “Viaggio in Portogallo” di José Saramago. Pubblicato per la prima volta nel 1981, il libro racconta di un viaggio in Portogallo dell’autore stesso (identificato, nel libro, come “il viaggiatore”). Attraverso il percorso del suo viaggio Saramago racconta soprattutto un Portogallo fuori dai soliti luoghi del turismo, andando a cercare i paesi e i luoghi di importanza storica più piccoli e meno conosciuti. Ho trovato il libro sicuramente interessante da leggere, ricordando il mio viaggio in Portogallo, ripercorrendo alcune delle tappe che ho avuto modo di fare nel 2014 e scoprendo paesi e città che probabilmente mai avrei pensato di inserire in un viaggio. L’autore racconta di architettura, religiosa e non, natura e panorami, insieme alla gente che incontra lungo il cammino e i musei che ha visitato lungo il percorso.
Personalmente ho apprezzato la lettura, che mi ha impegnata per circa un mese (lungo il tragitto da casa in uffucui e viceversa), anche se c’è un aspetto che “non mi è piaciuto” e che mi ha creato forse anche qualche difficoltà nella lettura. Di cosa parlo? Del fatto che l’autore parla in terza persona, nonostante il protagonista del libro fosse lui stesso.