Modica, per me, ha sempre voluto dire cioccolata. Visti i 4 giorni che ho passato in Sicilia a novembre 2018, ho deciso di includerla nel mio giro per scoprire tutto ciò che c’è oltre alla sua famosissima cioccolata.
Le origini della città risalgono all’epoca neolitica e fino al al XIX secolo è stata capitale di una Contea (dall’influenza politica, economica e culturale così forte da farla diventare uno dei feudi più potenti del mezzogiorno). Anche la città di Modica subì ingenti danni a causa del terremoto del 1693 e il centro storico venne ricostruito. Oggi, grazie ai capolavori che vi sono conservati, La città è nella lista dei Patrimoni dell’Umanità
dell’UNESCO dal 2002. La mia visita è iniziata dal Duomo di San Giorgio, splendido esempio di barocco siciliano (uno dei tanti) e che compare anche in alcune puntate del commissario Montalbano (dovrebbe essere qui davanti la fermata della corriera). L’edificio che è possibile visitare oggi è stato ricostruito tra ‘600 e ‘700: quello originario venne danneggiato dai terremoti del 1542, 1613 e del 1693. Sul pavimento davanti l’altare maggiore, nel 1895, venne realizzata da Armando Perini una meridiana solare analemmatica: il raggio di sole entra dal foro dello gnomone (in alto sulla destra) e a mezzogiorno segna il mezzogiorno locale; all’estremo sinistro, una lapide riporta l’indicazione delle coordinate geografiche della chiesa (quindi di Modica stessa).NB:Le meridiane analemmatiche sono una famiglia di meridiane dove lo gnomone è mobile in funzione della data nell’anno. L’organo, costruito tra il 1885 e il 1888 dal bergamasco Casimiro Allieri,
è ancora perfettamente funzionante. Poco distante dal Duomo si trova il Castello dei conti che, però, si è rivelato almeno in parte una delusione. La struttura è stata recuperata e restaurata (quasi) completamente grazie a fondi europei e l’ingresso è gratuito: rispetto a quest’ultimo aspetto aggiungo “e per fortuna”! Ho apprezzato l’intenzione di recuperare una struttura importante dal punto di vista storico, ma gli interni sono totalmente vuoti e decisamente moderni (sembrano spazi di un edificio del ‘900,
per intenderci, e non di un antico castello). Dal castello al centro città mi sono spostata riprendendo la macchina, parcheggiata poi lungo la strada principale (posti a pagamento). Noto subito la piccola chiesa Santa Maria del Carmelo, detta “del Carmine”, in precedenza chiesa di Santa Maria dell’Annunziata. “Nascosta” tra i palazzi di Piazza Matteotti, questa chiesa è uno dei pochi monumenti che resistette alla violenza del terremoto del 1693. Le parti superiori della facciata e del campanile, in stile barocco settecentesco, sono comunque di epoca post-terremoto. Venne edificata nel XIV secolo in seguito all’arrivo dei Carmelitani in città.
Nel 2006 venne ritrovato, da un privato durante dei lavori di recupero, un portale gotico di fine Trecento che costituiva l’ingresso dalla navata ad una delle cappelle laterali. Altri lavori di recupero, inoltre, hanno portato alla luce ulteriori resti: si trattava di una cripta sotterranea (ancora) piena di ossa, probabilmente dei monaci carmelitani fondatori della piccola chiesa. Unica piccola “pecca”? I cassonetti della raccolta differenziata appena fuori il cancello
d’ingresso, che stonano un poco con alla sacralità del luogo. Altro importante luogo di culto cittadino è certamente il Duomo di San Pietro. Sembra venne eretto tra il 1301 e il 1350 e se ne trova traccia in un documento del vescovo di Siracusa del 1396. Venne danneggiato dal passare del tempo e dai frequenti terremoti, ma per fortuna alcuni elementi interni sono rimasti intatti nel tempo, come (ad esempio) la cappella laterale dedicata
all’Immacolata. Oltre questi luoghi c’è sicuramente molto altro da visitare. All’interno dell’ex convento dei Mercedari si trovano ben due musei: il Museo Civico, dove si trovano resti addirittura di epoca paleolitica (ritrovati nelle grotte nelle vicinanze di Modica) ed il Museo delle Arti e Tradizioni popolari che, aperto nel 1978, racconta il mondo contadino e artigiano di Modica e la sua contea (trovate maggiori
informazioni sul sito del MiBact). Infine, ovviamente, non può mancare una visita al museo del cioccolato: aperto “solo” nel 2014, all’interno del Palazzo della Cultura, porta i visitatori a scoprire la storia di questa prelibatezza attraverso la sua storia, curiosità, aneddoti e statue realizzate proprio con la cioccolata.