L’eremo di Camaldoli è un luogo magico
Situato vicino a Camaldoli (ovviamente), in provincia di Arezzo, si trova quasi al confine amministrativo tra la provincia di Arezzo e quella di Forlì-Cesena. La visita è iniziata dal cortile, dove la guida ci ha dato una prima infarinatura del luogo. San Romualdo giunse in questa zona attorno al 1012 e fondò questo eremo, casa madre della Congregazione benedettina dei camaldolesi, nel 1023 circa. Il primo nucleo dell’eremo girava intorno a 5 celle e un piccolo oratorio dedicato a san Salvatore Trasfigurato; le celle divennero poi 15 (i monaci che vivono qui sono, oggi, 9) e la comunità monastica della zona attualmente vive intorno all’eremo e al monastero (poco distante dall’eremo stesso). Ovviamente non è possibile visitare le celle dove oggi i monaci dormono, ma le si vedono da dietro la cancellata che le separa dal resto degli edifici che fanno parte del complesso.
La chiesa
L’edificio di quella originale venne distrutto da un incendio nel 1693, quindi quella che vedete oggi è una ricostruzione, in stile rococcò napoletano decisamente molto diverso da quello romanico e spartano originale: l’interno è riccamente decorato da affreschi e finiture d’oro (sicuramente poco rispecchia la semplicità tipica della vita monastica). All’interno vi si possono ammirare la pala d’altare attribuita a Bronzino e l’opera di ceramica invetriata di Andrea Della Robbia.
La cella di San Romualdo
Oggi inglobata nell’edificio della biblioteca, è l’altro edificio clou dell’eremo (in quanto cella del fondatore). L’interno mostra la struttura “base” delle celle eremitiche: il corridoio si snoda su tre lati, conducendo i visitatori a scoprire la stanza da letto, lo studio e la cappella. Ho scoperto, studiando prima della visita e grazie al tour guidato, che la struttura viene definita “a chiocciola” e che serviva per due motivi: offrire riparo dalle rigide temperature invernali e simboleggia il percorso interiore del monaco che cerca di entrare in se stesso. Questa è l’unica cella del complesso che è possibile visitare, se siete curiosi potete però immaginarle perché sono costruite praticamente nello stesso modo.
Altri edifici del complesso
Il refettorio
Si trova nell’edificio accanto alla chiesa. Venne costruito nel 1679 dai maestri Guglielmo Magistretti di Arezzo e Baldassarre da Stia (dell’edificio originale hanno tenuto solo la facciata). Il soffitto è “decorato” con rosoni diversi l’uno dall’altro, realizzato dagli intagliatori fiorentini Evangelista Dieciaiuti e Gaspare Bertacchi. Le opere appese sulle pareti, raffiguranti due santi ciascuna, sono di ispirazione caravaggesca e sembra siano del monaco camaldolese Venanzio l’Eremita. A fine settembre era, purtroppo, chiuso per restauro.
La biblioteca
Sappiamo che l’edificio della biblioteca esisteva già nell’XI secolo e nel 1510 vi erano conservate migliaia di pergamene. L’ambiente attuale venne realizzato nel 1622. Con la (seconda) soppressione napoleonica del 1866, venne “svuotata” e le opere che vi erano conservate vennero divise tra la Biblioteca Nazionale di Firenze, la Biblioteca Laurenziana, la Biblioteca Civica di Arezzo e la Biblioteca Rilliana di Poppi; Il materiale archivistico, invece, venne trasferito presso l’Archivio di Stato di Firenze. Attualmente, il deposito dei libri si sta lentamente ricostruendo, comprendendo oltre 500 testi. Se non ricordo male, non la si può visitare.
La farmacia
All’esterno del complesso, vi si trovano tantissime cose come miele di vario tipo, creme (spalmabili), creme viso/corpo/mani, libri, saponi e altre tantissime cose. Di certo non economica, io ho preso un miele e una crema di marroni (entrambe buonissime, l’autocontrollo è stato fondamentale per non finire entrambi i barattoli in un solo pomeriggio).
Altre informazioni utili per la visita
L’eremo è visitabile gratuitamente (viene chiesta una donazione di 1 euro, che non si è obbligati a lasciare), grazie a visite guidate che partono ogni mezz’ora a partire dalle 10 del mattino alle 17:30 circa. La permanenza di ciascun gruppo è di 20 minuti, massimo 30. Il giro si svolge sempre con la guida che si preoccupa anche di tenere d’occhio il tempo, così da far s’ che tutto avvenga nei tempi previsti per ogni visita di gruppo. Per tutte le ulteriori informazioni vi rimando, ovviamente, al sito ufficiale.