A metà marzo circa, ho passato un sabato mattina tra Caprarola ed il Lago di Vico, in provincia di Viterbo. Ho deciso di fare questa veloce gita fuori porta per andare a visitare Palazzo Farnese: costruito per la famiglia Farnese, in un punto che sovrasta il piccolo centro di Caprarola, questo palazzo è famoso per la sua struttura pentagonale.
Il palazzo venne costruito dal Vignola, il quale potrebbe aver demolito palazzi del borgo per fare spazio al (nuovo) palazzo: in questo modo, vista anche la posizione dell’edificio stesso, la strada che porta all’ingresso principale fa anche da quinta e cornice all’edificio. La sua forma pentagonale si apprezza sicuramente meglio guardando il palazzo dall’alto (cosa che ovviamente non è cosi semplice da fare). Al centro della struttura vi è un cortile circolare, in pendenza verso il centro, dove è stata posizionata una “bocca della verità” che serviva a raccogliere l’acqua piovana poi usata per diverse attività gioranliere
(come lavarsi e cucinare). Sappiamo che, in origine, Palazzo Farnese era circondato da un fossato e ancora oggi lo si capisce da alcuni particolari: oltre a poter ancora osservare quello che doveva essere il fossato, si nota anche ciò che resta di un piccolo ponte levatoio (lo si nota dalle catene che tiravano su e giù il ponte, visto che ai giorni nostri vi è una “stradina di ciottoli” che porta i visitatori verso l’interno del palazzo stesso).
Sappiamo che i lavori di costruzione iniziarono nel 1530, ma nel 1534 vennero sospesi perché il cardinale Alessandro Farnese divenne Papa (Paolo III).
Ci andò poi a vivere, pochi anni più tardi, il nipote omonimo di Paolo III. Le stanze sono state organizzate e strutturate in base alla stagione durante la quale sarebbero state utilizzate:
la zona estiva si trova nella zona nord-est dell’edificio, dove non batteva il sole, così che rimanessero fresche il più possibile;
la zona invernale, invece, si trova nella parte sud-ovest del palazzo (quindi dove batteva il sole) perché si riscaldassero (anche) grazie al calore del sole;
Infine, le stanze destinate alla servitù erano separate da quelle usate dal cardinale (in alcuni casi vennero
ricavate dallo spessore dei muri). Ma passiamo agli interni che, seppur spogli per quanto riguarda il mobilio, sono semplicemente entusiasmanti grazie ai loro magnifici affreschi. La prima cosa che sicuramente colpisce e che rimarrà più impressa della visita è la scala elicoidale o Scala Regia che porta i visitatori al piano superiore. Non è solo la sua forma a renderla particolare: questa scala sembra non rispettasse le regole architettoniche ed artistiche dell’epoca, che vedevano le scale costruite all’interno del cortile e non all’interno dell’edificio!
Una delle sale più belle e suggestive è sicuramente la Stanza delle Geografiche o del Mappamondo, che deve il suo nome agli affreschi realizzati da Giovanni Antonio da Varese (e che rappresentano delle “carte geografiche”).
Alcune informazioni utili per la visita:
Il biglietto d’ingresso costa 5 euro;
Il palazzo è aperto dal martedì alla domenica. Il giardino è visitabile solo durante i giorni feriali (la domenica è possibile visitarne solo una piccola parte, che conduce all’uscita);
La durata della visita è di circa 2 ore;
Sul sito caprarola.com potete trovare ulteriori informazioni riguardo orari e biglietti d’ingresso.
Poco lontano da Caprarola, a circa 10-15 minuti d’auto, si trova il Lago di Vico. Si tratta di un lago di origine vulcanica, riserva naturale ed area protetta dal 1982.
Secondo la leggenda il lago ebbe origine dalla clava che Ercole conficcò nel terreno per sfidare gli abitanti del luogo e che nessuno riuscì a rimuovere. Quando lo fece Ercole, sgorgò un enorme getto d’acqua che andò a riempire la valle formando così il lago. Visto che era ormai ora di pranzo, mi sono fermata a mangiare a la “casina del lago“, che fa parte della struttura “la Bella Venere” (che offre vari servizi, tra cui anche Hotel, spazio per ricevimenti e area giochi per i bambini). I prezzi erano abbordabili, il cibo buono e i tempi d’attesa buoni.