Il sito ufficiale della solfatara riporta l’avviso della chiusura al pubblico. Non è ancora stata comunicata la data di riapertura.
La solfatara di Pozzuoli, la porta degli inferi, è un luogo molto particolare, oserei dire quasi magico. Ho scoperto della sua esistenza quasi per caso, qualche fine settimana fa, e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
– Come arrivare: se arrivate in autostrada dovete prendere la tangenziale di Napoli fino all’uscita n.11 (Agnano) e da lì seguire le indicazioni per Pozzuoli e “Vulcano Solfatara”. Non è difficile trovarla, le indicazioni ci sono, giusto alcune rotonde possono trarvi in inganno a causa di lavori; – Biglietto: costa 7 euro, un prezzo “giusto tendente all’alto”. – Mappe ed indicazioni: C’è una mappa ben fatta all’inizio del dialetto che porta i visitatori fino all’area della solfatara vera e propria. Lungo il percorso, poi, ci sono tutte le indicazioni di sorta per orientarvi durante la visita. Il percorso è “abbastanza obbligato” e vi porterà ad imboccare la via per l’uscita una volta che avrete finito il vostro giro. Sul depliant informativo che viene dato quando si fa il biglietto c’è anche una piccola cartina della solfatara, dove sono segnati i vari punti di interesse.
– Durata della visita: ci vogliono circa 45/50 minuti per completare il percorso nella sua interezza, andando anche con molta calma e tranquillità (se poi, come me, amate fare fotografie potreste metterci qualche minuto in più e vi assicuro che non ve ne pentirete per niente). Parliamo di un luogo dal panorama “lunare”, un panorama molto particolare che, secondo me, non può che colpire i visitatori. I soffioni delle varie “bocche” sono uno spettacolo particolare: (molto) caldi, dall’odore molto particolare (quello dello zolfo, ovviamente) ed anche molto rumorosi, cosa che non mi aspettavo (nel senso che sono molto più rumorosi di quanto io avessi immaginato vedendoli fumare da lontano).
Molto particolare è la zona dei fanghi, che ribolle e crea, così, “uno spettacolo unico in un luogo altrettanto unico”. Vi avviso già ora: l’odore che viene da questa zona della solfatara è ancora più forte, particolare ed anche più fastidioso rispetto a quello di zolfo della solfatara!
Un ultimo, piccolo, particolare (per nulla insignificante) prima di concludere questo racconto: una volta che siete dentro, guardatevi intorno e potrete notare perfettamente la forma del cratere del vulcano, ormai spento, dentro cui si trova la solfatara! Questo aspetto è quello che,
probabilmente, mi ha colpita ancora di più (si, di più della particolarità del “panorama” e più del forte odore di zolfo che insegue i visitatori per tutto il giro), unito al fatto che, oggi, all’interno del cratere cresce della vegetazione… Perché mi hanno colpita più di altre cose? perché rendono la location ancora più surreale. Che altro dirvi al riguardo? Nulla, se non ripetervi di visitare questo luogo che sembra “fuori dal mondo normale”, che lascia senza respiro, ed è un tassello secondo me importante per scoprire e capire a fondo la zona dei Campi Flegrei.