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Museo dell’Ara Pacis – Musei di Roma

Museo dell’Ara Pacis – Musei di Roma

Il Museo dell’Ara Pacis fa parte del Sistema Musei in Comune ed è stato creato per custodire l’Ara Pacis Augustae. Parliamo di uno di quei musei di Roma che almeno di nome conosciamo quasi tutto, davanti al quale noi romani siamo passati davanti almeno una volta nella vita.

“Quando tornai a Roma dalla Gallia e dalla Spagna, sotto il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, portate felicemente a termine le imprese in quelle province, il Senato decretò che si dovesse consacrare un’ara alla Pace augustea nel Campo Marzio e ordinò che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero ogni anno un sacrificio”.



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Museo dell’Ara Pacis: gli inizi della sua storia

Quelle riportate appena sopra sono le parole con cui Augusto, nelle Res Gestae, racconta che fu il Senato a volere la costruzione di un altare alla pace.
Questo a seguito delle imprese che lo stesso Augusto aveva portato avanti tra il 16 e il 13 a.C. L’innaugurazionne dell’Ara Pacis Augustae, la sua dedicatio, avvenne il 30 gennaio del 9 a.C. Da quanto riportato dallo storico Cassio Dione, inizialmente il Senato pensava di edificare l’altare all’interno della Curia (ala sede del Senato stesso); ma venne poi preferita la zona settentrionale del Campo Marzio.
Le prime notizie sull’identificazione dell’altare arrivano da un’incisione di Agostino Veneziano eseguita prima del 1536. Un successivo recupero parziale risale al 1566, quando il cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano acquistò 9 grandi blocchi di marmo scolpiti e provenienti proprio dall’altare. Successivamente non si hanno più notizie dell’altare fino 1859, epoca di lavori di consolidamento di Palazzo Peretti (l’altare si trovava sotto il palazzo); fu durante questi lavori che venne individuato il basamento dell’altare oltre a numerosi frammenti scolpiti. Vennero inoltre recuperati numerosi frammenti del fregio a girali. Però la richiesta di ripresa degli scavi è solo del 1903, quando Friedrich von Duhn riconobbe proprio l’Ara Pacis. A luglio dello stesso anno, iniziati gli scavi, fu chiaro che le condizioni erano molto difficili; ad un certo punto, quindi, vennero fermati i lavori, che ripresero solo nel 1937. Un anno dopo vennero effettuati anche i lavori per il padiglione che avrebbe ospitato la ricostruzione dell’Ara Pacis sul Lungotevere.



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Museo dell’Ara Pacis: la storia nel secondo dopoguerra

Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero rimosse le vetrate; per proteggere l’Ara Pacis in quegli anni vennero utilizzati dei sacchi di pozzolana, successivamente sostituiti da un muro paraschegge. I primi interventi di restauro, insieme alla sistemazione all’interno del padiglione sul Lungotevere, risalgono all’inizio del 1950: in quel periodo il comune decise di eliminare proprio il muro paraschegge, riparare la trabeazione dell’ara (venne danneggiata dalle protezioni antiaeree) e di costruire – tra i pilastri – un muro alto 4 metri e mezzo al posto delle vetrate. Solo 1970 vennero messi dei
nuovi cristalli. Agli anni Ottanta risale un primo intervento sistematico di restauro: smontarono e sostituirono alcuni perni in ferro a sostegno degli elementi sporgenti del rilievo (le “parti aggettanti”), vennero sistemate le fratture della malta e altri interventi ancora. Durante questi interventi, inoltre, venne rimossa la testa riconosciuta come Honos ed inserita erroneamente nel pannello di Enea.
Già a metà degli anni Novanta, purtroppo, emerse come questi lavori di restauro non erano stati sufficienti per far si che il monumento non subisse danni a causa del tempo. Quindi, visto che la secca esistente non poteva essere adattata alle effettive necessità, nel 1995 il comune decise di sostituirla. Quello che è il museo odierno venne inaugurato nel 2006.

Museo dell’ara Pacis: la visita

La visita al museo dell’Ara Pacis dura circa un’ora, a cui va aggiunto poi il tempo necessario per visitare la
mostra temporanea allestita in quel periodo dell’anno (gli ingressi sono differenti). Sono presenti numerosi pannelli esplicativi, fatti a mio avviso in maniera accurata: aiutano molto a capire cosa “cosa si sta guardando” e la storia di questi reperti e del monumento. Inoltre è possibile camminare intorno all’altare vero e proprio, seguendo un percorso obbligato indicato da una guida; questo a mio avviso è stato molto interessante, per poter vedere l’altare da (molto) vicino.
Per arrivare al museo, che si trova sul lungotevere (precisamente Lungotevere in Augusta), si può arrivare in macchina e parcheggiare nei dintorni. Per chi preferisce evitare i dover cercare parcheggio in centro, o non ha mezzo proprio, gli autobus che porta in zona sono numerosi (tra questi: 23, 280, 83, 715, 716, 87, 492 e molti altri). In alternativa, si può arrivare con la metropolitana (linea A) fino a Piazza di Spagna e poi fare un tratto a piedi.

Biglietto d’ingresso al museo

Per quanto riguarda il biglietto d’ingresso, per i residenti nell’area metropolitana di Roma la MIC card permette l’ingresso gratuito al museo e ad uno sconto sul biglietto delle mostre temporanee.
Per chi non ha la mic Card e per i turisti i prezzi sono questi, a seconda che i visitatori siano residenti a Roma (e area metropolitana) o meno:
Acquisto per il giorno stesso presso la biglietteria (in contanti o con carta di credito, senza diritto di prevendita).
Intero € 12,00
Ridotto € 8,50
Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza)
Intero € 9,50
Ridotto € 7,50

Link utili

Per gli appassionati di archeologia, o chi vuole sapere di più sull’argomento, sono disponibili numerosi libri sulla Roma archeologica. Inoltre, per chi si accinge a fare un viaggio in città, c’è la possibilità di scegliere tra numerose guide turistiche di Roma.

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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