Castel di Tora sino al 1864 aveva il nome di Castel Vecchio (Castrum Vetus) e gli abitanti si chiamano ancora “castelvecchiesi”. Il nuovo nome – Castel di Tora – rimanda all’antica città sabina di Tora, caratterizzata da collocazione incerta. Per quanto piccolo, il paese di Castel di Tora ha diverse storie da raccontare e tanto da mostrare. Visitabile in poco tempo, il piccolo paese è riuscito a stupirmi per la sua bellezza.
Castel di Tora: un po’ di storia
Il borgo è menzionato per la prima volta nel 1035, nei documenti dell’abbazia di Farfa.
Dopo un periodo di sottomissione all’abbazia di Farfa, che lo ebbe in dono dai signori longobardi, passò sotto altre dominazioni; nel 1440 il paese viene annesso allo Stato Pontificio. Nel 1864 da Castelvecchio cambia nome a Castel di Tora. Con l’unità d’Italia il paese viene inserito nella provincia di Perugia, e nel 1920 passa col Lazio.
Tra il 1935 e il 1938 viene costruita la diga del lago del Turano: vengono sommersi i terreni più fertili, portando i cittadini ad eemigrareee (dia 1000 si passa ai 300 di oggi). Anche i bombardamenti degli americani, nel 1944, danneggiano il paese e nel 1950 gli abitanti decidono ancora di abbandonare il paese.
Castel di Tora: cosa vedere
Il paese è caratterizzato da alcuni panorami tratta i più belli della regione, e passeggiando tra le strade si
viene attirati dal profumo di piante e fiori che ornano le strade del piccolo paese. Sul paese ed i boschi nei dintorni vigila il Monte Navegna (1506 m.). Gli edifici del paese sono costruiti in pietra locale a vista, con coperture in legno e manto in coppi di laterizio: facciamo cosi conoscenza con l’architettura rurale della zona.
La torre della fortezza è dell’XI secolo, mentre le torrette di via Turano e di via Cenci (incorporata, questa, in un’abitazione) sono del XV secolo; queste ultime torrette sono i resti dell’antica cinta muraria. Del XV e XVI secolo sono il palazzo del Drago e il borgo di Antuni, e qui si trova anche l’eremo di San Salvatore.
Tornando a parlare del borgo di Castel di Tora, ci sono alcuni luoghi d’interesse da non perdere. Parliamo sicuramente della chiesa di San Giovanni Evangelista (con affreschi del ’500 e un campanile dove crescono la violacciocca e la mentuccia) e l’edificio del ‘700 accanto alla torre poligonale. La fontana del Tritone, situata in quella che è la piazza principale del paese è del 1898. In via Umberto I sono ancora visibili i tronconi di colonne romane, oltre a fregi e iscrizioni latine sui muri perimetrali della chiesa.
Per concludere la visita con un’immersione mistica, e per scoprire i dintorni del paese, si può visitare il convento di Santa Anatolia, un tempo residenza estiva del Pontificio Collegio greco-ortodosso.