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Roma sotterranea: i Bunker di Villa Torlonia

Roma sotterranea: i Bunker di Villa Torlonia

Dopo importanti lavori di restauro e sistemazione, da venerdì 5 aprile riaprono nuovamente al pubblico, con un nuovo allestimento multimediale, il Rifugio antiaereo e il Bunker di Mussolini a Villa Torlonia. Si tratta delle due strutture sotterranee realizzate nei primi anni del secondo conflitto mondiale al di sotto del Casino Nobile.



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Excursus storico riguardo la villa

La storia della villa inizia orientativamente intorno al XVII secolo, quando era di proprietà della  famiglia Pamphilj: questa la utilizzava come tenuta agricola. Intorno al 1760 passò alla famiglia Colonna, che decise di
mantenerla come terreno agricolo. La villa prende il nome attuale nel 1797, quando il principe Giovanni Torlonia la acquistò per farne una tenuta degna del suo rango, una volta ottenuto il titolo di Marchese. Fu poiAlessandro Torlonia a darla a Mussolini, il quale pagava 1 lira al mese alla famiglia affinché quest’ultima non perdesse la proprietà per effetto dell’usucapione).
Villa Torlonia, tra il 1929 e il 1943, fu la residenza privata di Benito Mussolini e della sua famiglia, composta dalla moglie Rachele e dai figli Edda, Vittorio, Buno, Romano e la piccola Anna Maria. Mussolini se ne andò dalla villa nel 1943 e, quando ne rientrarono ufficialmente in possesso i Torlonia, rimase abbandonata per circa trent’anni.

I Bunker di Villa Torlonia

ph. Monkeys Video Lab
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Con l’entrata in guerra dell’Italia e i primi bombardamenti vennero realizzate, a partire dal 1940, tre strutture sotterranee per proteggere l’allora Capo del Governo da possibili bombardamenti aerei. Il primo rifugio fu predisposto adattando i locali di una vecchia cantina sotterranea situata al di sotto del piccolo laghetto detto “del Fucino” vicino al Teatro. Ben presto si pensò alla realizzazione di strutture più resistenti e sicure, da ricavare sotto il Casino Nobile. Quindi si parla al plurale, di più bunker, proprio perché non ne venne realizzato uno solo: l’idea era di costruire due bunker (realizzati tra il ’40 e il ’41) e un rifugio (iniziato dopo e non completato nel ’43). Il primo bunker venne installato nel 1940 negli spazi che, in origine, ospitavano la cantina dei vini della famiglia Torlonia.
Purtroppo questa struttura aveva dei problemi: non era costruita con cemento armato, quindi in caso di bombardamento sarebbe stato poco utile, ed era troppo distante dalla residenza della famiglia (150 metri circa dal casino nobile). Questi bunker erano stati progettati per essere solo dei rifugi temporanei. L’ingresso al secondo bunker era dentro il casino nobile, perché Mussolini e la sua famiglia potessero accedervi senza dover uscire dal casino (e quindi senza dover fare lunghi percorsi allo scoperto). Per la nostra visita, quindi, entriamo dalla porta secondaria. Questa struttura venne iniziata quando i bombardamenti sull’Italia si fanno sempre più insistenti e della sua costruzione vennero incaricati i vigili del fuoco, che però non riescono a finirlo per inconsistenza del territorio. Una volta scesi, ci troviamo 6 metri e mezzo il piano di calpestio, sotto ben 6 metri e mezzo di cemento armato: siamo praticamente all’interno uno dei luoghi più sicuri di Roma. Mussolini, però, non fece in tempo ad utilizzarlo: prima perché si trovava a Belluno con Hitler e poi perché venne arrestato. Proseguendo la visita si arriva fino sotto al casino nobile, dove vi sono gli ambienti che inizialmente erano stati pensati come ambienti di servizio (dei Torlonia prima e della famiglia Mussolini poi) e solo successivamente diventarono gli ambienti del bunker/rifugio.
Nella prima stanza si trovano delle copie di volantini distribuiti gettandoli da aerei. Si sa che al volantino sul primo bombardamento di Roma i cittadini non diedero peso per due motivi:
1) a Roma si trova il Vaticano;
2) la città possiede un elevato patrimonio artistico-culturale;
Gli ambienti del rifugio vero e proprio si trovano esattamente al centro del casino nobile, sotto il salone da ballo. Vista la sua posizione, che avrebbe attirato i bombardamenti, il bunker era, invece, leggermente spostato. Nel rifugio venne posizionata una scrivania perché vi si potesse lavorare e, in un angolo, vi si trovano due vasche della cucina dei Torlonia.

I Bunker di Villa Torlonia: il nuovo percorso di visita

Interno bunker
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Scendendo le scale che dalle sale del Casino Nobile portano nei sotterranei dell’edificio, si passa una cesura che non è solo di tipo architettonico: da un lato aria, luce, bellezza, dall’altro buio, umidità e una sensazione di costrizione. Diviso concettualmente in tre parti, il percorso si snoda nel piano seminterrato fino al Bunker, da cui poi, attraverso un lungo corridoio, si esce nel parco.
1. La vita di Mussolini a Villa Torlonia
La visita inizia con un video che racconta, attraverso foto storiche, la vita di Mussolini e della sua famiglia a Villa Torlonia: feste, cerimonie ufficiali, partite a tennis, esercizi di equitazione. Con l’entrata dell’Italia in guerra nasce l’esigenza di proteggere il Duce da eventuali attacchi aerei e comincia la realizzazione dei rifugi e del Bunker.
Nelle sale successive, attraverso i cinegiornali dell’epoca, è rievocato il periodo storico dei bombardamenti su Roma, in particolare quelli sul quartiere di San Lorenzo. Oltre alle proiezioni di documenti storici, l’esposizione si avvale in maniera costante della presenza di collage fotografici che appaiono come stampati direttamente sulle pareti.
2. La vita nei rifugi
Le tre sale che seguono sono collegate tra loro da una serie di proiezioni sincronizzate che ricostruiscono in modo immersivo e coinvolgente episodi di quella che doveva essere la vita all’interno di un rifugio antiaereo durante un bombardamento.
3 La città bombardata
Una serie di proiezioni descrive la doppia prospettiva di chi bombarda e dall’alto non ne percepisce gli effetti, e di chi in basso, ne subisce le conseguenze. Sul pavimento scorrono immagini di Roma vista dagli aerei in volo, durante un bombardamento, mentre sulle pareti è proiettata la città in macerie.
4. Il Bunker
Attraverso una ripida scala, si accede all’ultima tappa del percorso: il bunker vero e proprio posto a 6 metri di profondità. La sua grande struttura cilindrica è stata lasciata volutamente libera da oggetti o proiezioni per valorizzarne la qualità strutturale. In questo spazio, è simulata una incursione aerea, attraverso la riproduzione dei suoni (sirene, aerei in avvicinamento, detonazioni) e le vibrazioni del terreno.

Link Utili

Se volete scoprire qualcosa in più su Roma e i suoi luoghi “segreti”, vi suggerisco il libro “Roma insolita e segreta“: io mi sono lasciata ispirare diverse volte per delle passeggiate per la mia città, trovando storie e luoghi molto interessanti.
Per gli appassionati di bunker, ho raccontato già qualche anno fa del bunker di Villa Ada e del bunker del Monte Soratte.

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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