Ad Arezzo ero già stata, oramai diversi anni fa. Da almeno due anni, poi, mi ero messa in testa di volerci tornare per rinfrescarmi la memoria e scoprirla meglio di quanto non avessi già fatto. A cavallo tra giugno e luglio (2018), quindi, ho colto la palla al balzo per tornarci, anche in concomitanza con la fiera antiquaria che si tiene in città ogni primo fine settimana del mese. Se arrivate in macchina, ci sono numerosi parcheggi dove potete lasciarla appena fuori dal centro storico.
Al parcheggio ATAM “Eden”, poco più di 3 ore di parcheggio ci sono costate circa 4 euro. La scelta è comunque vasta e ho notato che ogni parcheggio ha un buon numero di posti disponibili (sicuramente non rischiate di rimanere senza, a parte in caso di eventi che attirano in città molte più persone del solito o nel caso arrivaste comunque a orari già di loro proibitivi). Inizio questo giro di Arezzo dal suo Anfiteatro romano, nella zona sud della città interna alle mura. Dalla forma ellittica, l’anfiteatro risale al I secolo d.C.: venne costruito con pietra arenaria, marmi e laterizi e aveva una capienza di circa 8000 persone.
Osservando bene i resti, si riconoscono ancora la platea, gli ambulacri e alcune parti di edifici pubblici usati per spostarsi da una parte all’altra dell’anfiteatro stesso. Nel corso dei secoli, l’anfiteatro fu saccheggiato diverse volte e, nel ‘500, diventò una sorta di cava di pietra da cui venne prelevato il materiale per la costruzione del Monastero di S. Bernardo. Tra i resti del monumento, oggi si può ancora godere della vista di parte della platea, con intorno alcuni ruderi degli ambulacri. L’accesso al “parco” che lo circonda si trova accanto al Museo archeologico nazionale Gaio Cilnio Mecenate, a cui dovete rivolgervi
per la visita (gratuita) all’anfiteatro stesso. Il biglietto d’ingresso al museo costa 6€ (il biglietto ridotto 3€). A circa 5 minuti a piedi dal parcheggio che vi ho suggerito, si trova Corso Italia: si tratta del il corso principale della città. Posizionata tra Corso Italia, dove si trova l’ingresso, e Piazza Grande è la Chiesa di Santa Maria della Pieve. La chiesa è citata per la prima volta in documenti del 1008 e la struttura attuale è stata iniziata nel XII secolo, grazie ai finanziamenti e alla collaborazione del comune di Arezzo. Nel 1200 è stata rinnovata la facciata, mentre la torre campanaria venne completata nel 1330.
Durante il XIX secolo venne riportata all’aspetto originario, in stile Romanico. Come dicevo poco fa, l’abside della chiesa affaccia su Piazza Grande, la piazza principale della città e attorno alla quale si sviluppa la fiera antiquaria per cui tanti conoscono la città (la fiera si tiene ogni primo fine settimana di ogni mese). Dalla forma trapezoidale, anche un po’ inclinata, la piazza è resa ancora più particolare dagli edifici di diverse epoche edificati lungo suoi lati ed era l’antica Platea Communis: nata intorno al XIII secolo e poi modificata durante il ‘500, qui avvenivano gli scambi mercantili. In epoca medicea, divenne la piazza degli uffici civili.
Il Palazzo delle Logge venne costruito nel 1573 da Giorgio Vasari (1511-1574) e sul suo porticato affacciano diverse botteghe artigiane e diverse attività commerciali.
Sicuramente da visitare c’è, ovviamente, anche la Cattedrale dei Santi Pietro e Donato (ovvero il Duomo cittadino). La chiesa si trova sulla cima del colle dove è stata costruita Arezzo e sembra proprio questo, anticamente, fosse il luogo dove si trovava l’acropoli. Situata su quello che era il sito di una chiesa paleocristiana, la “prima” cattedrale cittadina sorgeva sul Colle del Pionta (qui era sepolto e venerato il santo martire Donato). Con Papa Innocenzo III venne presa, nel 1203, la decisione di spostare la cattedrale
entro le mura: per farlo, furono decisivi i trentamila fiorini d’oro lasciati da papa Gregorio X proprio per la costruzione di una nuova cattedrale (il papa morì nel 1276 ad Arezzo, dove si fermò al ritorno dal Concilio di Lione). I lavori, avviati poi nel 1278, vennero poi completati ne 1511 dopo numerose interruzioni. La facciata è decisamente recente, in quanto venne costruita tra il 1901 e il 1914 per sostituire quella incompiuta del XV secolo.Sull’altare principale si trova un’arca marmorea del ‘300, dove è conservato il corpo di San Donato (la testa si trova nel reliquiario situato, invece, nella Chiesa di Santa Maria della Pieve).