Il Parco nazionale Timanfaya, situato nella zona sud-occidentale di Lanzarote, si estende su una superficie di circa 51 km². La zona “nacque” a causa dell’eruzione vulcanica che durò dal 1730 al 1736: prima vi erano villaggi e vegetazione, ora si trovano vulcani ed una distesa infinita di lava.
Vi consiglio di basare la vostra visita in base al tempo che la giornata offre quando vi alzate: durante la mia settimana ho dovuto fare due tentativi, perché il primo giorno non era bellissimo e, infatti, appena siamo arrivate è iniziato il diluvio (quindi abbiamo rimandato in attesa di un giorno con un tempo migliore).
– Come arrivare: non vi sono mezzi pubblici con cui arrivare al parco, quindi la soluzione praticabile è avere una macchina con cui andare. Tenete presente che è necessario arrivare molto presto perché il parcheggio è molto piccolo e i visitatori sono tantissimi: più tardi arrivate e più lunga sarà la fila che dovrete fare fuori dal parco in attesa di poter entrare; alle 11:30 circa, mentre noi uscivamo, c’erano almeno 4 chilometri di coda!
– Costo del biglietto: 9€. Con la macchina si arriva ad una sorta di casello-botteghino dove va pagato il biglietto (vi daranno anche le informazioni per raggiungere il parcheggio). Visitare il parco da soli, sia a piedi che in macchina non è assolutamente possibile, in quanto parliamo di una riserva della biosfera UNESCO (dal 1993). Potete visitare il parco in due modi:
– il giro in pullman, compreso nel biglietto d’ingresso al parco: si percorrono 14km in circa 45 minuti, mentre si ascolta una spiegazione registrata in spagnolo ed inglese. Il panorama è un qualcosa di spettacolare, tra bocche di vulcani probabilmente ancora attivi, lava che ha sotterrato tutto e vegetazione che cerca di farsi largo sgomitando tra i massi lavici sul terreno. Non è possibile scendere lungo il percorso, ma il bus fa alcune soste perché i passeggeri possano godersi al meglio il paesaggio mentre ascoltano le spiegazioni.
– Il secondo modo per visitare una piccola parte di parco è il giro in cammello: i giri partono da un punto diverso rispetto a quello in pullman e, ovviamente, tra i due posti vi suggerisco di spostarvi in macchina (c’è in entrambi i casi un parcheggio). Personalmente non ho avuto la forza di fare questo giro: più guardavo i cammelli che, lenti e svogliat, si spostavano lamentandosi più mi facevano pena e tanta, troppa, tenerezza.
– Avevo letto sulla guida cartacea e su internet di giri a piedi organizzati per un massimo di 8 persone, in partenza da Mancha Blanca, e che vanno prenotati con largo anticipo. Purtroppo, però, da internet non sono riuscita a prenotare perché risultava tutto pieno: allora ho chiesto informazioni all’ufficio turistico di Arrecife, la capitale dell’isola, dove mi hanno detto che non esistono giri di questo genere. Ho chiesto ulteriori informazioni ad amici blogger (se avete bimbi la community di Bimbi&Viaggi è perfetta per voi) e anche loro mi hanno detto che anche loro conoscono solo i tour in pullman e quello in cammello. Non potendovi dare informazioni più specifiche,
vi consiglio di tenere d’occhio il sito “central de reservas online” dove potete trovare informazioni riguardo diversi parchi nazionali spagnoli. Finito il giro in pullman, che parte e si conclude sempre al parcheggio, potete assistere ad una veloce dimostrazione di quanto è alta la temperatura nel sottosuolo: viene messa della paglia nel sottosuolo e il risultato sarà del fuoco che si vedrà uscire dopo meno di due minuti di attesa. Una seconda dimostrazione del calore nel sottosuolo del parco è un Geyser: viene prima versata poca acqua, che fa uscire del vapore, poi ne viene versata una quantità maggiore dando così vita ad un “piccolo geyser”
Il simbolo del parcoIl simbolo del parco è una statua dalla forma di un diavolo, soprannominata appunto “El Diablo”, che venne creata da César Manrique (ve ne parlerò in uno dei prossimi post.
Vi ho raccontato il parco sul canale youtube, pochi giorni fa: ecco il video, spero vi piaccia (fatemi sapere che ne pensate)