Avete mai pensato a come, alle volte, anche le statue possano raccontarci la storia di una città? A me è capitato, in maniera particolare, lo scorso settembre durante la settimana che ho passato a Dublino. Allora oggi eccomi qui a raccontarvi le “statue di Dublino”!
Iniziamo dalla statua di Molly Malone: si tratta di una donna che, secondo la leggenda nata nel XVII secolo, alternava il lavoro come pescivendola a quello di prostituta e che morì non si sa se a causa del del tifo o di malattie veneree.
Non si sa esattamente chi fosse in realtà la donna, ma si pensa una donna morta il 13 giugno 1699 (giorno fissato per la ricorrenza dedicata proprio a Molly Malone). In origine la statua si trovava alla fine di Grafton Street, nel centro di Dublino, ma dal 18 luglio 2014, è stata trasferita in Suffolk Street (di fronte all’ufficio informazioni). La statua rappresenta una donna che sta lavorando come pescivendola, con il seno bene in vista (ad indicare la sua attività di prostituta)
A Merrion Square, all’interno del giardino che occupa il centro della grande piazza, si trova la statua di Oscar Wilde.
La statua è stata posizionata di fronte all’edificio dove Oscar Wilde visse dal 1855, l’anno successivo alla sua nascita, fino al 1878 (come riportato anche dalla targa affissa proprio sull’edificio al numero 1 di Merrion square, esattamente di fronte la statua) e questo dovrebbe essere, da alcune delle informazioni che ho trovato prima di partire, il motivo per cui la statua è stata posizionata proprio in quel punto della piazza stessa.
Continuo con la letteratura e la statua di James Joyce.
Questa si trova di fronte al numero 2 di Earl Street North, piccola traversa di O’Connel street all’altezza dello Spire. Anche Joyce era di origini irlandesi e questo legame è sicuramente molto presente nelle sue opere.
Ho iniziato con una leggenda e finisco con il ricordo di un periodo tragico per la città e l’Irlanda. Nella moderna zona delle Docklands, sulla banchina di Custom House, troviamo il Famine memorial. Questa installazione è stata realizzata in ricordo di tutti gli irlandesi che furono costretti ad emigrare a causa della Grande Carestia, causata nel XIX secolo da una malattia delle patate chiamata peronospora (malattia che faceva marcire le patate). Le statue sono così ben fatte che mi hanno lasciata presa da mille pensieri e domande, insieme anche ad un pochino d’ansia.
Poco distante si trova la World Poverty Stone, pietra di forma circolare incastonata nel marciapiede realizzata per commemorare la giornata Mondiale contro la povertà nel mondo organizzata dalle Nazioni Unite per il 17 Ottobre (di ogni anno).
Concludo qui questo racconto da Dublino e vi do appuntamento al prossimo post per continuare a parlarvi di questa città che, a modo suo, ha saputo stupirmi e colpirmi!
[Ci siete mai stati? Avete voglia di raccontarmi la vostra esperienza?]