Visitare il mondo sotterraneo di una città permette di scoprire una parte della storia che altrimenti resterebbe nascosta per sempre agli occhi dei viaggiatori. A metà novembre sono andata a Napoli e, proprio perché le città sotterranee mi intrigano sempre, non potevo che andare a visitare la Napoli sotterranea! Inizio raccontandovi a grandi linee la storia del sottosuolo della città:
I sotterranei di Napoli nacquero come cave e vennero trasformate in cisterne per la conservazione dell’acqua (e alcune cisterne erano private); anche le cisterne vennero chiuse perché si scoprì che il tufo inquinava l’acqua che, quindi, non poteva essere bevuta.
Nel 1942, in piena seconda guerra mondiale, ci fu un cambio di destinazione d’uso e le gallerie divennero dei rifugi pubblici per la popolazione che scappava dalle bombe e vennero fatte due cose:
i pozzi vennero chiusi perché non potessero entrare le bombe e venne creato un nuovo piano di calpestio perché, durante gli anni di chiusura, la cittadinanza vi aveva gettato dei rifiuti attraverso i pozzi e l’operazione di pulizia sarebbe costata troppo rispetto al creare un nuovo piano per camminare. Sempre durante la guerra vi vennero portati degli oggetti di uso comune perché non era possibile sapere per quanto tempo le persone sarebbero dovute rimanere in quei posti e proprio nella cisterna sotto la Basilica di San Paolo Maggiore ve ne sono stati rimessi alcuni per ricostruire in parte l’ambiente; il pozzo che si affaccia all’interno della cisterna sotto la basilica non venne chiuso perché facesse da impianto di areazione (tenete conto che i rifugi venivano usati da 2000 persone) e venne scelto perché si pensava che gli edifici religiosi sarebbero stati risparmiati dai bombardamenti (ma non fu così). Gli addetti alle cisterne erano uomini molto piccoli e bassi perché dovevano passare in spazi molto stretti: la loro statura, unita al fatto che chi si occupava delle cisterne private aveva accesso anche alle case fece si che alcune delle donne ricevevano dei regali dagli amanti (oppure che venissero rubati degli oggetti) e le donne dicevano ai mariti che era stato “il muniacello”… Da qui nacque la leggenda del muniacello, secondo cui i muniacelli rubavano o facevano regali a seconda che volessero punire o premiare le famiglie. Nel 1988, dopo anni di inutilizzo,
venne indetto un bando per il riutilizzo dei cunicoli sotterranei e vinse un progetto d creazione di serre sotterranee mai realizzato (per mancanza dei fondi necessari per metterlo in pratica) e l’anno successivo subentrò l’associazione che ad oggi si occupa della gestione e delle visite turistiche.
Concludiamo la visita dei sotterranei nella cantina della chiesa di San Gregorio Armeno dove le suore di clausura di Santa Patrizia tenevano il loro vino: la santa è la protettrice delle donne nubili e sterili e leggenda vuole che il vino delle monache avesse un qualche potere (e che le monache avessero una bella pancia proprio per questo).
Ci spostiamo poi a scoprire una piccola parte di un anfiteatro romano inglobato in edifici di varie epoche: la parte che è possibile visitare si trova nella cantina di un “basso”, tipico appartamento che si trova al piano terra. Si può vedere solo questa piccola parte perché il resto dell’anfiteatro è andato perso a causa delle tante costruzioni che nel tempo vi sono state fatte sopra: per ben due volte nel corso dei secoli venne stabilito per legge che non si poteva costruire al di fuori delle mura e, quindi, la città si sviluppò in verticale. Il giro si conclude con la visita ad una piccola mostra di statue e “allestimenti” per i presepi,
vicino a San Gregorio Armeno: non è la prima volta che vedo dal vivo le statue ed i presepi di San Gregorio armeno e, come ogni volta, mi sono resa conto di quanto la loro fama sia sicuramente meritata!
Alcune informazioni utili: Indirizzo: Piazza San Gaetano 68, accanto alla Basilica di San Paolo Maggiore (l’ingresso è segnalato da bandiere bianche e blu);
Biglietto: 10 euro
Durata: 1h e 30 minuti
Orari: Ci sono varie partenze (10:00; 11:00; 12:00 solo per parlare della mattina). Dovete arrivare all’ingresso per tempo perché non si può prenotare la visita (tranne che per le scolaresche ed i gruppi) e quindi prima arrivate e prima riuscite a scendere. Ma comunque i gruppi sono abbastanza numerosi, quindi non dovete preoccuparvi troppo di dover aspettare.
Foto e video: è possibile fare fotografie, la guida ha detto “tutte quelle che volete”, ma non è invece possibile fare video.
Abbigliamento: comodo! Portatevi una felpa anche d’estate perché dentro fa decisamente fresco (circa 15 gradi).
Claustrofobia: il percorso è illuminato ed abbastanza ampio da permettere di camminare in posizione dritta per quasi tutta la sua interezza: “quasi” perché c’è un tratto che è molto più stretto e lo illumina il gruppo con delle candele.
Ma se avete problemi di claustrofobia, comunque, non dovete preoccuparvene perché è un tratto di percorso circolare e, prima di intraprenderlo, la guida stessa vi dirà che, se volete, potete fermarvi dove si prendono le candele ed aspettare il ritorno del gruppo (darà anche le indicazioni per tornare indietro per chi entra ed inizia a stare male a causa degli spazi stretti. Se non siete sicuri è consigliato stare in fondo al gruppo in modo tale da poter tornare senza problemi). Per qualsiasi necessità ed informazione potete ovviamente andare a guardare e cercare sul sito ufficiale
Prima o dopo la visita vi suggerisco, visto che sempre in centro sta, di andare a visitare la cappella San Severo, dove si trova la statua del Cristo Velato: una delle statue più belle che mi sia mai capitato di vedere in giro per il mondo! Il biglietto costa 7€ e l’audioguida 4€ (sul sito dice 3€, ma all’interno della cappella ho letto 4). Non è possibile fare fotografie del Cristo, ma vi consiglio assolutamente di andare a visitarla.
A Napoli ho avuto modo di conoscere i ragazzi di Easyterra.it, un sito che permette la comparazione prezzi per quanto riguarda il noleggio auto: non mi capita spesso di prenotare auto per i miei viaggi, mi è capitato una sola volta qualche anno fa, ma vorrei “recuperare” e la prossima volta vorrei provare i loro servizi (e dovessi rimanerne soddisfatta, ovviamente, ve ne parlerò in un post qui sul blog)