Oggi vi porto a visitare il Castello di Karlštejn, situato a circa 30 km a sud-ovest di Praga. Si tratta di un castello dall’aspetto fiabesco, che incanta i visitatori per la sua bellezza e per i panorami che si possono osservare una volta arrivati qui. Arrivarci è molto semplice: dalla stazione di Praga c’è un treno ogni ora (9:19, 10:19, 11:19 sono gli orari che hanno dato a me per la mattina) che arriva a Karlštejn in 40 minuti. Dalla stazione del paese è possibile prendere un taxi collettivo (100 corone a testa) o una carrozza che per al castello (la terza alternativa è arrivarci a piedi in mezz’ora).
Arrivati alla biglietteria abbiamo potuto scegliere l’orario e la lingua della visita guidata (ovviamente abbiamo scelto la visita in inglese). Il biglietto costa 270 corone e il tour è durato circa un’ora. Se volete fare fotografie o video nelle sale dovete pagare un biglietto a parte, più precisamente uno da 150 corone per fare foto ed uno da 200 corone per i video (sinceramente? Ho preferito non pagare nessuno dei due biglietti in più e, quindi,vi mostrerò solo gli spazi esterni sia in foto che nel video). Il castello fu costruito su volere dell’imperatore Carlo IV ed è stato ampliato in più riprese (e questo lo si vede dal fatto che gli edifici sono idealmente “divisibili in tre sezioni”). Collocato in cima alla collina e circondato da delle foreste, fu edificato per custodire i tesori reali ed i gioielli della corona del Sacro Romano Impero e fu anche un luogo di ritiro per il re. I gioielli che ora vi potete vedere, purtroppo, non sono più quelli originali, ma solo delle copie. Sono rimasta incantata, durante la visita, da quanto questo castello ha da raccontare, quanti piccoli particolari nasconde e quanto del suo passato riesce a raccontare ancora perfettamente. Abbiamo tutti sorriso per i bagni (dalle pareti in legno) costruiti al di fuori dei muri e che scaricavano direttamente sui giardini sottostanti (non so perché ma questo mi ha fatto sorridere pensando che non doveva essere invitante passeggiare per i giardini quando questi bagni erano in funzione). Un’altra cosa che ci ha fatto sorridere è stata una porcina che, “affacciata” su delle scale, metteva in comunicazione la camera del re con quella della regina. Lo so, lo so, che una porta in se non fa sorridere e che re e regina “erano comunque marito e moglie”, Infatti la cosa che ci ha fatto sorridere è stata la spiegazione che ci ha dato la guida: la chiave di quella porta le aveva il re, ma non la regina, e questo perché si pensava che la regina potesse influenzarlo in maniera negativa presa da un qualche strano raptus…!
Certo, è una “storiella scema”, ma ci ha fatto sorridere comunque. Oltre a queste cose, tra bagni e porcini, sono molti altri i piccoli particolari hanno reso la visita decisamente interessante anche per scoprire e ripassare la storia della città di Praga: in una sala con moltissimi dipinti (ritratti di personaggi della storia della città e del paese) abbiamo trovato anche il ritratto di Libuše, la leggendaria fondatrice della dinastia Přemyslide, fondatrice della città di Praga (nell’anno 730) e principessa del Popolo Ceco. Finita la visita delle sale interne abbiamo potuto girare in libertà per gli spazi esterni del castello, tra torri e camminamenti lungo le mura, alla scoperta dei piccoli angoli nascosti, dell’architettura e della natura che circonda il castello.
Abbiamo finito la nostra visita che, ormai, era ora di pranzo e, quindi, abbiamo deciso di andare alla ricerca di dove andare a mangiare prima di prendere il treno per tornare a Praga. Siamo così andati alla scoperta del piccolo paesino di Karlštejn: piccolo, molto piccolo, sembra ruotare interamente intorno al castello ed ai turisti che arrivano fino qui per visitarlo. Ci sono tanti piccoli negozi per turisti e tanti ristoranti – “pub” per chi vuole fermarsi a mangiare qualcosa. Molti ristoranti in questo periodo sono chiusi, immagino per la scarsità di turisti rispetto all’alta stagione (anche se quelli che ho visto non erano tanto pochi), ma la scelta comunque è abbastanza varia. Noi abbiamo optato, per un fatto re di “semplicità e vicinanza” per un locale che si trova esattamente di fronte alla stazione del paese. Il cameriere che ci ha serviti non spiccicava una parola d’inglese (purtroppo), ma la nota positiva è che comunque sapeva come capirci e come farsi capire da noi.