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Domus Aurea – Antica Roma

Domus Aurea – Antica Roma

Visitare la Domus Aurea era nella mia lista dei desideri, tra i numerosi luoghi della Roma antica che desideravo visitare e conoscere.

Domus Aurea: un luongo incantato direttamente dall’antica Roma

Ci troviamo sul colle oppio, che fa parte del monte Esquilino composto da 3 cime (fattuale e Cispio sono le altre due altri). Colle oppio è un parco pubblico di Roma dal 1871. Al tempo di Nerone qui si trovava era la terza regio romana, dedicata a Iside e serapide; questa zona era una zona centrale di Roma, città all’epoca molto diversa da quella che conosciamo (dal punto di vista storico). Nerone è figlio della sorella di Caligola, quindi parliamo di un’epoca prevedente a quella dei Flavi (difatti il Colosseo, o anfiteatro Flavio, ancora non era stato costruito). Nerone sale al potere grazie agli intrighi della mamma Agrippina Minore, che poi venne uccisa proprio da suo figlio Nerone.

Domus Aurea: un po’ della sua storia

La Domus Aurea fu costruita sui resti dell’incendio del 64 d.C., incendio che distrusse buona parte di Roma.
Sappiamo che venne costruita in quattro anni, tra il 64 e il 68 dopo Cristo: l’ispirazione venne presa dai palazzi ellenistici, i palazzi dell’oriente civilizzato. La villa comprendeva parte del Palatino, la zona dove successivamente venne costruito il Colosseo (all’epoca di Nerone vi avremmo potuto ammirare un colosso dalle sembianze di Nerone stesso) e arrivava fino all’Esquilino. L’estensione complessiva era di circa 219 ettari. Oggi ci rimane solo una piccola parte, quello nella zona di colle oppio appunto: è arrivato fino a noi perché venne inserito in quelle che erano le fondamenta delle Terme di Traiano. La domus venne scoperta in epoca rinascimentale, anche se poi venne scavata in maniera sistematica solo nel ‘700!

Domus Aurea: la visita

La visita tocca solo una piccola parte della villa arrivata fino a noi, costeggiando anche quello che era un cortile pentagonale. Iniziamo percorrendo una galleria utilizzata nel ‘700 per l’accesso alla Domus, anche se non faceva parte della villa: era parte delle fondamenta delle Terme di Traiano. Questa galleria non molto lunga, nella quale viene anche mostrato un video ai visitatori (relativo alla storia della Domus e la sua scoperta), porta all’ingresso della Domus vera e propria. Guardando attentamente i muri ed i loro dettagli possiamo ancora oggi notare i fori per le impalcature usate dagli operai per la costruzione.
Durante la visita, che dura circa un’ora e mezza (o poco di più), vediamo fin da subito alcuni degli affreschi che ornavano gli interni della Domus Aurea. Purtroppo sono molto pochi quelli arrivati fino ai giorni nostri. Nelle prime sale che attraversiamo durante la visita sono esposti alcuni dei reperti ritrovati durante gli scavi, come ad esempio alcune colonne e dei capitelli. Passiamo per la Galleria delle aquile e il Ninfeo di Polifemo, nel quale troviamo una fontana in ambiente coperto da pietra pomice. Successivamente passiamo per quella che potremmo definire come una “sala di passaggio“, dove si vedono i resti delle tubature delle terme di Traiano; ovviamente non ci sono i tubi come li intendiamo noi, fatti come quelli moderni a cui siamo abituati, ma ci possiamo fare un’idea di come “era gestita l’acqua” in questi ambienti. Possiamo anche vedere i resti di un controsoffitto, necessario per far lavorare gli schiavi senza che questi venissero visti dagli ospiti!

Domus Aurea: la realtà aumentata

Superate alcune altre sale di passaggio arriviamo alla Sala della volta dorata , dove è possibile fare un’esperienza con la realtà aumentata. Ci troviamo in quello che ai tempi di Nerone era il salone affacciato sul cortile esterno: un luogo “aperto”, affacciato sull’esterno e decisamente molto luminoso, che oggi (per ovvi motivi) facciamo fatica a immaginarci come tale.
Nella sala sono a disposizione dei visitatori alcune sedute con rispettivi oculus: seduti e col visore indossato è possibile vedere le pareti intorno a noi cambiare, per tornare ai grandi fasti dell’epoca d’oro della Domus Aurea. Rimanendo seduti possiamo girarci e guardarci intorno: ci ritroviamo totalmente immersi nel passato: l’esperienza ci porta anche all’esterno, in quello che era il cortile che si affacciava sulla città; una volta all’esterno ci si può anche girare per guardare la villa da fuori. Vi consiglio vivamente di rimanere sempre seduti, come suggerito anche dal personale della Domus Aurea, perché con i visori indossati non ci si rende più conto di come l’ambiente reale è fatto! Per quanto possiate pensare di ricordarvelo a memoria, non sarà così e rischiate di farvi male.

Domus Aurea: torniamo alla visita

Usciti dalla sala della volta dorata possiamo percorrere altri ambienti di collegamento tra le varie sale del palazzo. Questi ambienti erano prevalentemente dedicati al personale di servizio che, come scrivevo poco sopra, non doveva essere visto dagli ospiti del palazzo. Sappiamo che queste stesse sale di servizio servivano anche per contenere il colle oppio, a cui la Domus si appoggiava. Molto interessante è la Sala di Achille a Sciro, in quanto è la stanza dove troviamo gli affreschi meglio conservati. Il nome viene dall’affresco che troviamo dipinto nella volta del soffitto: questo cii presenta Achille, il grande eroe raccontato da Omero, circondato dalle figlie del re dell’isola greca di Sciro. Omero racconta che l’eroe, ancora adolescente, venne mandato lì e spinto ad assumere un’identità femminile per nascondersi (su iniziativa della madre, la ninfa Tetide); perché? Per evitare che prendesse parte alala guerra di Troia: una profezia diceva che vi avrebbe perso la vita. Ma Ulisse, re di Itaca, riuscì a farlo venire allo scoperto.
Giungiamo così alla Sala ottagona, il centro dell’ala orientale della Domus aurea. L’oculus al centro della sala ha un diametro di cinque metri e la cupola poggia solo su dei pilastri: l’effetto è di una cupola che sembra quasi sospesa in aria. Gli studiosi identificarono la sala come la cenatio rotunda (lo riporta anche Svetonio), sala che avrebbe dovuto girare con il movimento degli astri. Ma non venne ritrovato alcun meccanismo che permettesse alla stanza di girare; dopo che vennero fatte ulteriori ipotesi, la vera  vera cenatio rotunda  venne ritrovata alle pendici del Palatino, a palazzo Barberini. Ad oggi ancora non sappiamo la vera destinazione d’uso della stanza identificata erroneamente come tale (forse dedicata ai banchetti, comunque, ma non si ha la certezza della sua funzione).

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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