Oggi voglio portarvi a fare un giro per una Roma insolita
quella Roma dei particolari “nascosti in bella vista”, in modo da essere visti meglio da chiunque vi passi vicino ed abbia voglia di osservare il mondo che gli sta intorno. Ho preso spunto dal libro “Roma insolita e segreta” che mi sono regalata per il mio compleanno e per il giro di oggi vi porto in giro per la zona del Vaticano e di Borgo. Breve nota prima di iniziare: le informazioni che vi darò in questo post sono quelle che si trovano all’interno del libro “Roma insolita e segreta”, quindi le medesime informazioni che ho usato io per organizzare il mio giro e scegliere i luoghi dove andare.
Iniziamo dal Palazzetto bianco che si trova a Via di San Fabiano 28, in zona Gregorio VII, “al confine” con la zona del Vaticano. Il progetto è del 1990, frutto della collaborazione tra lo psichiatra Massimo Fagioli (ideatore e disegnatore del palazzo) e l’architetto Paola Rossi come progettista. La forma è triangolare, decisamente strana e particolare e le idee sono decisamente contrastanti. Proprio la sua stranezza mi ha colpita, ma devo ammettere di non aver ancora deciso se mi piace o meno.
La tappa successiva è la ferrovia papale che, a conti fatti, è la ferrovia internazionale più corta al mondo. Lunga 1270 metri, venne realizzata in base ai Trattati Lateranensi (1929) per collegare la Santa Sede alla ferrovia italiana. Venne completata nel 1932 e venne costruito anche il Viadotto del Gelsomino: lungo 143 metri, questo percorso pedonale permette ai turisti che passano di qua di avere una vista spettacolare sul cupolone di San Pietro. Il motore che permette di aprire e chiudere il cancello che separa il Vaticano dallo stato italiano è quello originale e sembra che funzioni ancora benissimo. [NB: inizialmente i binari erano 2, ma uno venne tolto durante i lavori alla stazione di “Roma San Pietro” per il giubileo del 2000 ed al suo posto venne messo un viadotto pedonale].
Ora ci spostiamo in piazza San Pietro, dove si trova una Meridiana: questa è una delle più lunghe al mondo e parte da sotto l’obelisco (sulla destra guardando la Basilica) per arrivare oltre la Fontana del Maderno, quasi al limitare della piazza stessa. Realizzata in granito, ai due estremi si trovano due dischi di marmo che indicano dove, a mezzogiorno, cade l’ombra della croce nei giorni del solstizio d’estate (segno del Cancro) e del solstizio d’inverno (segno del capricorno); ovviamente vi si trovano anche i dischi che indicano il passaggio del sole anche in tutti gli altri segni zodiacali.
Lo gnomone della meridiana è il gigantesco obelisco della piazza: costituito da un unico blocco di granito alto 25 metri (40 con basamento e croce) ed è, secondo il libro, l’unico obelisco di Roma che non è mai crollato. La sua posizione originale era al lato della Basilica e venne spostato nel 1586 da Domenico Fontana, su richiesta di Papa Sisto V. La visita alla Basilica è compresa nella City pass Roma (se la acquistate, fatemi sapere anche come vi trovate)
A Borgo Pio, appena fuori dal colonnato di San Pietro (in Largo del colonnato), si trova la Fontana delle tre Tiare (sono sicura che, almeno di vista, la conoscete), ideata dall’architetto Pietro Lombardi nel 1927. Le tre tiare rappresentano l’equivalente della tripla tiara (o triregno): si tratta della corona che il papa riceve durante la cerimonia di insediamento che da inizio al (nuovo) papato. Si tratta di un ornamento che non ha valore liturgico, viene indossato solo in caso di processioni papali o atti giuridici solenni, e l’ultimo papa ad indossare il triregno fu Paolo VI nel 1963 ed i suoi successori l’hanno indossato raramente. Insieme alle chiavi legate con una cordicella, la tripla tiara è comunque rimasta uno dei simboli principali del papato.
Le chiavi sono un ulteriore simbolo del Papa perché Gesù diede a San Pietro due chiavi: una d’oro (celeste) e l’altra d’argento (terrestre), rappresentano la capacità di aprire e chiudere le porte del Paradiso.
Concludo con la ruota degli innocenti, che si trova sul lato destro del complesso di Santo Spirito in Sassia all’interno di una casupola con una grata davanti la ruota stessa. La prima ruota fu voluta da Papa Innocenzo III nel 1198 per mettere una fine alla pratica dell’abbandono dei figli: le donne che partorivano e non volevano tenere il bambino potevano lasciarli nella ruota in maniera anonima. Prima della nascita di queste ruote era diffusa la pratica dell'”oblazione”: la donna che non voleva tenere il bambino lo “donava” ad un convento che, in cambio, offriva accoglienza ed una futura vita monastica [NB: questa pratica non veniva considerata come abbandono]. Nella seconda metà del XIX secolo ve ne erano circa 1200! La loro abolizione venne avviata nel 1867 e si concluse quando, nel 1923, venne approvato un regolamento dal governo Mussolini.
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