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Umbria: la casa di Cecco il mercante a Bevagna

Umbria: la casa di Cecco il mercante a Bevagna

Dopo avervi portato a fare un giro a Bevagna ed avervi accennato a questa “casa di Cecco il mercante”, oggi ve ne parlo un po’ meglio. Prima, però, vi faccio un paio di domande: Avete mai provato a pensare cosa ci ha lasciato il passato delle sue usanze ed abitudini? Avete mai pensato al nostro linguaggio, ad espressioni che usiamo spesso, e ad un eventuale legame con il linguaggio stesso, le abitudini e gli oggetti del passato? Mi domando ancora se i legami che mi sono stati spiegati durante la visita siano reali “veramente” o meno, ma sicuramente questo giro mi ha spinta a rifletterci davvero.
Ci siamo affacciati per caso ad un cancello per sbirciare e cercare di capire cosa ci fosse al di là del cancello stesso e ci si è avvicinata la guida, spiegandoci che da lì partiva una visita guidata tra l’anfiteatro romano da 10000 posti di Bevagna e le antiche case dei mercanti. Lo so, la domanda sorge spontanea soprattutto da chi Bevagna l’ha vista solo di sfuggita: un anfiteatro romano, da 10000 posti, a Bevagna? Si, esatto! Parliamo di un anfiteatro romano della grandezza del Colosseo, per intenderci. Ad oggi, girando per le strade, questo anfiteatro è invisibile, ma è esistito davvero. Nel tempo, è stato abbattuto, chiuso, soppalcato. Vi sono state costruite case e botteghe dei mercanti ed oggi lo si nota solo per l’andamento a semicerchio di strade e delle case che seguono questo andamento. Un po’ come l’anfiteatro Marcello a Roma: vedete l’andamento dei muri e vi notate anche le case che vi sono state costruite.
Quando abbiamo capito che la cosa poteva essere decisamente intrigante ed interessante e che il biglietto costa solo 3 euro a persona (poco, no?) abbiamo deciso di partecipare alla visita.
All’inizio della galleria che visitiamo (una parte rimasta di una galleria dell’anfiteatro) vi sono alcune piantine ed illustrazioni che aiutano la spiegazione e la comprensione di ciò che è successo e alla fine della stessa galleria troviamo il marchingegno ad acqua che serviva per il cambio di scena durante una rappresentazione
marchingegno ad acqua per cambi di scena
Come vi dicevo all’inizio, al posto dell’anfiteatro vennero costruite, in epoca medievale, le case e le botteghe dei mercanti e, quindi, la visita prosegue proprio all’interno di una (fantomatica e ricostruita) casa di un mercante.
Partiamo con i ragionamenti di cui vi parlavo all’inizio del post, cominciando a parlare dei letti di quei tempi. Sappiamo tutti che i letti, nell’antichità, erano veramente piccolissimi, così piccoli da domandarsi come facessero a dormirci. Ecco, durante questa visita la guida ci ha spiegato una cosa: quelle case erano freddissime, perché ovviamente non esistevano i riscaldamenti, e per mantenere delle temperature adeguate si usava mettere dei panni incerati sulle finestre. Questo, però, faceva si che non “girasse l’aria” per la casa e, quindi, le persone dormivano sedute perché quella era la posizione che permetteva di consumare meno ossigeno. E, in effetti, c’è una parte del eltto che chiamiamo “testata” o “spalliera”… Il ragionamento, in effetti, fila.. Secondo voi?
il letto
Girando per questa casa si trovano tanti di quelli che erano gli oggetti che si potevano trovare nelle case medievali, tra candele, cibi, pentoloni e caminetti (che però scaldavano poco)
Oggetti di casa
Vi era, poi, la sala con la tavola imbandita e altri oggetti da tavola. Se notate, i bicchieri hanno una strana “protuberanza”: la guida ci ha spiegato che serviva per non farli scivolare dalle mani (unte, sporche e scivolose) dei commensali, visto che erano, per l’epoca medievale, oggetti costosi. Proprio per il prezzo elevato che vetro e sale avevano in epoca medievale, oggi se ci cade del sale o si rompe uno specchio (fatto in vetro) si dice che avremo sfortuna.
Oggetti di casa
Vicino ad una finestra vi era un telaio, un oggetto “povero” in una casa di mercanti. Serviva, in caso di figlia in età da matrimonio, a far vedere che si “poteva offrire” una figlia con un’ottima dote ed anche con tanta pazienza: alle donne veniva insegnato a lavorare al telaio fin da piccole e dovevano avere molta pazienza per terminare il lavoro ed ascoltare le storie che venivano loro raccontate da zie, madri e nonne mentre lavoravano. Da quì il “non perdere il filo” di un discorso (se ci pensate, in effetti, una connessione c’è)
Il telaio
Una cosa che mi è piaciuta è stata la cura dei particolari, sia della casa stessa che del racconto e delle spiegazioni per i visitatori, con i tanti oggetti inseriti nel “loro” ambiente casalingo per rendere più realistico il racconto
Scarpe accanto al letto
Faccio i complimenti alla “Compagnia delle Arti”, società che si occupa delle visite guidate e di mantenere la casa in buono stato. Sono riusciti, secondo me, con le persone e le parole giuste, a rendere il giro e la storia molto interessanti! Non ho trovato un loro sito web, peccato, però vi posso dire che si trovano, a Bevagna, in “via anfiteatro 9” e se volete informazioni potete mandare una mail a “compagnia.dellearti[at]libero.it”
Per concludere questo lunghissimo post vi chiedo: Voi che ne pensate di tutte queste spiegazioni e connessioni tra Medioevo e giorni nostri? Io, dopotutto, non sono così diffidente: i ragionamenti, in fondo, mi tornano tutti 🙂
Giochi da tavola

3 Commenti

Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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3 Comments

  1. Bellissimo articolo, scritto molto bene. Leggendolo mi ha riportato alla visita guidata che feci tanti anni fa!
    P.S. l’email per il contatto è sbagliato. Ho visto che ora hanno una pagina FB: https://www.facebook.com/Compagnia-delle-Arti-818441921501936/

    1. Ciao!
      Grazie per il link, magari essendo passati tanti anni qualcosa è cambiato 🙂

  2. Bevagna è uno scrigno di tesori, proprio come dici tu, ogni angolo ti permette di fare un salto nel passato.
    La “casa del mercante” è stata allestita in un casalino medievale ricavato nelle strutture del teatro romano, non dell’anfiteatro, anticamente la toponomastica era errata, la via si chiama: “via del teatro romano (già dell’Anfiteatro)”.
    L’anfiteatro, in epoca romana, a Bevagna c’era, ma si trovava fuori dalle mura in località Imbersato.
    Ciao, buon viaggio nel mondo e nella vita.

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