Con l’arrivo del bel tempo sono arrivati anche i fine settimana che riesco a dedicare alla scoperta dei borghi vicino Roma.
Quest’anno ho iniziato col borgo di Calcata, a 40 chilometri da Roma e nel pieno della Tuscia Viterbese. Per arrivare da Roma ci vuole circa un’ora di macchina e, una volta arrivati, è possibile lasciare la macchina in un parcheggio comunale: il costo è di 2 euro l’ora; vi segnalo, comunque, che lungo la strada per arrivarci vi sono dei parcheggi gratuiti (ma sono pochi) e che di domenica ho trovato la sbarra d’ingresso al parcheggio aperta (non significa per forza che il parcheggio fosse gratuito perché giorno festivo).
La prima cosa che si nota di Calcata è che il suo centro storico è praticamente costruito all’interno di una rocca tufacea, affacciata sulla valle del fiume Treja e per entrare esiste una sola unica porta lungo le mura. Come dicevo poco sopra, Calcata è stata costruita nel tufo e molte case hanno, sotto strade e vicoli, grotte spesso anche a più piani sotterranei: queste vengono usate come depositi e cantine. Prima della gita ho, come per ogni partenza, cercato qualche informazione e ho scoperto che Calcata è popolata anche di leggende! Sembra che nel 1527 fu catturato un lanzichenecco che aveva preso parte al sacco di Roma, e depredato il Sancta sanctorum di San Giovanni in Laterano. Imprigionato nel paese, avrebbe nascosto il reliquiario contenente il Santo prepuzio nella sua cella, dove sarebbe stato scoperto nel 1557. Da allora la Chiesa iniziò a venerare la reliquia, concedendo ai pellegrini un’indulgenza di dieci anni. Il borgo antico di Calcata è stato scelto anche come location cinematografica e per video musicali:
in Amici miei(1975), la scenda della distruzione del paesello è girata qui. Ritroviamo il borgo anche ne La mazzetta (Sergio Corbucci; 1978) e Ardena (Luca Barbareschi; 1997). Un video de Una storia sbagliata di Fabrizio De André è stato girato a Calcata. Non mancano le citazioni letterarie, ovviamente: ritroviamo il borgo antico nell’“Ulisse” di James Joyce, nel romanzo “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di José Saramago e nel romanzo “Un delitto a regola d’arte” di Donald Bain.
Il borgo è molto piccolo, per visitarlo tutto e scoprirne gli scorci più particolari ci vuole al massimo un’ora: vi consiglio di passeggiare con calma, di prendervi tempo e andare alla ricerca degli angoli più caratteristici. Metterei in conto, se avete tempo, anche una ulteriore sosta nei dintorni (la tuscia viterbese nasconde tanti piccoli tesori che meritano di essere visitati).
D’estate tenete in considerazione l’afa: vista la sua posizione fa (molto) più caldo di quanto si possa immaginare!