Tutti conosciamo, almeno di nome, la splendida Villa d’Este a Tivoli, capolavoro del Rinascimento italiano e patrimonio dell’umanità UNESCO. Voluta dal cardinale Ippolito II d’Este,
la storia della sua costruzione è legata alle vicende del papato e del cardinale d’Este che venne nominato governatore a vita di Tivoli e del suo territorio da Papa Giulio III come ringraziamento per l’aiuto per la sua elezione a pontefice (parliamo, quindi, di metà ‘500). La villa non venne costruita ex novo, ma “nasce” dal convento annesso alla chiesa di Santa Maria Maggiore: il duca avrebbe dovuto vivere in questo convento parzialmente riadattato
a “villa del governatore”, ma decise di trasformarlo in villa!Vi risparmio la storia raccontata per filo e per segno, ci sono fior fiore di libri che possono raccontarvela meglio di me e anche wikipedia (fido aiuto quando necessito suggerimenti per ricordare qualcosa) vi riporta le vicende della villa meglio di quanto potrei fare io stessa! L’ultimo proprietario privato della villa fu l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este,
erede al trono dell’Impero austro-ungarico, il quale voleva vendere la villa allo stato italiano, ma il suo assassinio mise fine alla trattativa. Dopo la prima guerra mondiale divenne di proprietà dello Stato Italiano: vennero così fatti importanti restauri che permisero di aprirla al pubblico. Venne di nuovo restaurata dopo la seconda guerra mondiale a causa dei danni dovuti alle bombe che avevano colpito proprio il complesso della villa. Il giardino della villa, opera di Pirro Ligorio che secondo me può essere definita solo come “splendida” (ed è comunque poco), oggi si estende “dietro” alla villa rispetto all’attuale ingresso principale.
Le fontane erano alimentate solo sfruttando la pressione naturale e il principio dei vasi comunicanti: Ligorio costruì un sistema di tubazioni e una galleria sotterranea di circa seicento metri che prendeva l’acqua dall’Aniene e la portava ad una vasca “che riforniva” le fontane del giardino (portata: 300 litri al secondo). Piccola nota storica/di colore: il compositore e pianista ungherese Liszt visse e lavorò per diversi anni proprio a Villa D’Este (la notizia è riportata anche da una targa su uno dei muri del piccolo cortile interno che si attraversa per andare dalla biglietteria agli appartamenti).
Il biglietto d’ingresso costa 8 euro. Chiusa il lunedì, dal martedì alla domenica l’orario d’apertura è sempre lo stesso: 08:30–18:30. Mettete in conto, come durata della visita di almeno due ore, mentre fonti ufficiali ed ufficiose parlano di 1h e mezza: ma vi consiglio di considerarlo come tempo minimo per riuscire a vedere villa e parco. Tenete presente, per l’aspetto fotografico, che dovrete avere molta pazienza perché i turisti in visita alla villa sono sempre tanti (anzi, tantissimi) e tutti vogliono fare la foto migliore e più bella alla maggior parte delle fontane: c’è posto e tempo per tutti, non spazientitevi! Personalmente una delle cose che più mi infastidisce mentre sto facendo una foto è avere dietro una persona che sbuffa perché non può fare la stessa foto che sto cercando di fare anche io (che sono arrivata lì meno di 5 secondi prima di lui)