Quella di Villa Gregoriana è un’area naturale che si trova nella valle tra la sponda destra dell’Aniene e una antica acropoli romana. Oggi la villa è gestita dal FAI che, dopo aver provveduto al restauro, ha ribattezzato l’intera area con il nome di Parco Villa Gregoriana.
La mia visita al complesso è stata una visita non organizzata e decisamente improvvisata: quel giorno l’idea era di visitare Villa d’Este, ma per vari motivi, quando ci siamo ritrovati davanti Villa Gregoriana abbiamo deciso di rimandare il nostro programma al giorno successivo e visitare questo luogo di Tivoli che ancora non conoscevamo. Uno dei due ingressi, quello da cui sono entrata io, si trova vicino a Piazza Massimo, dove si trova un parcheggio a pagamento (1 euro l’ora) non grandissimo e decisamente affollato (viene usato soprattutto da chi deve recarsi alla
USL per delle visite). Il biglietto d’ingresso costa 7,00€ e gli orari di apertura variano in base alla stagione, per cui vi consiglio di controllarli sul sito ufficiale della villa. Per girarla tutta ci vogliono almeno due ore, salvo deviazioni: c’è un percorso principale, segnalato con le indicazioni di colore blu, lungo il quale si possono fare diverse diversioni, segnalate da diversi colori (come rosso e giallo), che portano i visitatori a scoprire tutti i punti di interesse che si trovano nell’area del parco. All’ingresso viene data una piccola brochure che racconta la storia di questo luogo e contiene anche una piccola cartina,
che ritengo non dobbiate avere sempre a portata di mano perché lungo il percorso ci sono tutte le indicazioni necessarie per completare il giro. Si inizia la passeggiata per immersi nel verde, tra resti di edifici imponenti, cascate e punti panoramici: la natura fa da padrona, ovviamente, e i ruderi della villa di Manlio Vopisco aiutano a “contestualizzare” il passato di questo parco. Poco distante si trova la cascata del Bernini, una sorta di primo incontro con la forza dell’acqua che scorre a Villa Gregoriana prima di arrivare alla cascata simbolo della villa. Non voglio mettermi a fare un elenco di tutti i luoghi dove fermarsi durante la visita, non voglio annoiarvi e le spiegazioni fornite dagli opuscoli sono, a mio parere più che sufficienti per riuscire a capire la villa e girarla senza problemi (in fondo non siete qui a leggermi per annoiarvi a morte, giusto?!). Però voglio suggerirvi assolutamente di arrivare al piccolo belvedere che affaccia sulla Grande Cascata.
Questa cascata è il simbolo della villa ed il suo frastuono lo si riconosce da lontano. La scalinata per scendere al belvedere è composta da circa 100 gradini di altezze diverse, quindi può essere difficoltosa sia in discesa che in salita, ma mi sento di dirvi che farla ne vale assolutamente la pena ed è quasi impossibile, a mio parere, rimanere delusi dalla vista della cascata da quel piccolo
belvedere. La valle dell’Aniene è uno spettacolo unico da qualsiasi punto la si guardi, ma la cosa che più mi ha colpita lungo il tragitto è stato il Cunicolo del Miollis. Il cunicolo, scavato nella roccia, prende il nome dal generale francese che pensò questo corridoio scavato nella roccia e che venne realizzato calando i lavoratori con delle funi lungo la parete rocciosa. Il passaggio per il cunicolo è obbligato per arrivare all’uscita, dal lato opposto rispetto all’ingresso in piazza massimo, ed è innegabile il fatto che sia anche molto suggestivo.
Concludo con qualche cenno storico. Il parco di Villa Gregoriana deve il suo nome, come è facile immaginare, a papa Gregorio XVI°: dopo la piena dell’Aniene del 1826 il papa decise di sfruttare i lavori per la sistemazione del corso del fiume per creare un percorso storico-naturalistico, dopo la piena dell’Aniene del 1826 che investì anche la città di Tivoli.
Negli anni Venti vi era, all’ingresso ovest del parco, un piccolo museo con dove si trovavano lapidi, are e marmi romani: purtroppo, però. questo museo venne distrutto durante i bombardamenti del 1944. Nel dopoguerra il parco cadde in declino e abbandono (sembra per mancanza di di fondi e manutenzione) finché non venne proprio chiuso per motivi di sicurezza. Il Fondo Ambiente Italiano se ne occupa dal 2002 e il parco è di nuovo aperto al pubblico dal 2005.