Oggi vi parlo della mia visita al castello di Praga, per concludere il racconto del mio viaggio nella capitale ceca. Iniziamo con qualche informazione utile per la visita:
– Come arrivare: noi ci siamo arrivati tranquillamente a piedi da Malostranské náměstí (dove passano i tram 12, 20, 22, 57 e 90).
– Biglietti: vari prezzi (sicuramente uno da 350 ed uno da 250 corone). A seconda del costo si possono visitare posti differenti. Guardate bene cosa vi offre ciascun biglietto e scegliete con criterio in base a cosa vi interessa maggiormente. Ricordatevi di tenere il vostro sempre a portata di mano, dovrete passare il codice a barre ai tornelli di ogni edificio che vi permette di visitare quello che avete acquistato.
– Durata della visita: ovviamente molto dipende dal tipo di biglietto che avete preso (più cose potete visitare, di più tempo avrete bisogno) ed anche da quanto tempo passerete a visitare ogni edificio a cui avete accesso. Noi ci abbiamo messo circa un paio d’ore,  con un’andatura “di media velocità”.  Tramite il sito civitatis.com potete prenotare un tour guidato del castello.
Col biglietto che abbiamo scelto, quello da 250 corone, dopo il palazzo reale ed il ponte delle polveri ci siamo diretti alla bellissima Basilica di San Vito, un edificio maestoso, già dall’esterno e da lontano (e infatti è uno degli edifici di Praga che è possibile vedere e riconoscere da qualsiasi punto della città, basterà guardare verso la collina del castello). Gli interni sono ancora più immensi, maestosi e spettacolari! I riflessi colorati delle vetrate che si riflettono sui muri, le statue che sembrano “parlarvi” da sole senza bisogno di spiegazioni di guide varie e gli immensi spazi di questa basilica  Vi assicuro che saprà stupirvi (e se così non fosse potete anche prendermi a male parole, ma sono sicura che non avrete bisogno di farlo).
Ci sono diversi cortili nell’area del castello, cortili sui quali affacciano (ovviamente) gli edifici e dove ci sono anche panchine, “bar” e stand che vendono cibarie varie. Nella foto qui a destra, vicino al “fondo” vedete un ombrellone: ecco, lì ci siamo fermati noi per mangiare una cosa (era ormai ora di pranzo inoltrata) e ci siamo presi un HotDog con una salsiccia “infinita” e buona da morire! Me ne sarei presi altri 20 (minimo!). Un po’ poco come pranzo, certo, ma quel baracchino è un’ottima soluzione se iniziate ad avere fame e volete finire la visita senza fare una sosta troppo lunga per il pranzo (anche se, sicuramente, potete anche trovare soluzioni più economiche).  Proprio in questo cortile, sedendoci sulle panchine, ci cade l’occhio su un signore che, come se niente fosse, sedeva con un falco appoggiato al braccio (senza nessun “paraocchi”). Abbiamo scoperto poco dopo, vedendolo in azione, che quel falco era il “cacciatore di piccioni” ufficiale del castello: in poche parole il signore in questione gira per il castello e, quando vede un piccione, manda il falco a cacciarlo (credo che qualcuno lo abbia anche catturato, anche se per fortuna questo aspetto dell’azione non l’ho visto… e ne sono felice).
Dallo sfarzo di San Vito, passiamo ora alla semplicità della Basilica di San Giorgio. Molto piccola, questa basilica è riuscita a colpirmi ancora di più, rispetto a San Vito, per questa sua estrema semplicità! Se mi seguite da un po’ di tempo sapete che questo tipo di chiese/basiliche/edifici religiosi in genere sono quelli che, sotto sotto, mi colpiscono e affascinano di più tra tutti quelli che, girando il mondo, vado a vedere: niente fronzoli, giusto le cose essenziali, i muri senza orpelli strani e le finestre spoglie da vetrate super colorate e sfarzose.
La visita segue, come nella basilica di San Vito, un giro obbligato che permette comunque di vivere perfettamente la piccola basilica e di assaporarne ogni angolo! Non andate di corsa, anche se piccola, perché vi perdereste gran parte della sua magia ed atmosfera.
Proseguiamo ora il giro del castello uscendo dalla basilica e ci dirigiamo verso il Vicolo d’oro: si tratta della stradina (anzi, del vicolo) dove, una volta, c’erano botteghe e le case delle guardie del castello. Le case sono tutte perfettamente ricostruite, peccato solo per i negozi per turisti che ora ne “abitano” alcune.
Al numero 22 del vicolo ha vissuto la sorella di Kafka e, nella stessa casa, ospite di sua sorella, ha vissuto Kafka stesso. Peccato che questa casa non sia tra quelle ricostruite, ma di quelle dove hanno piazzato i negozietti per i turisti in visita al castello: ci potete trovare cartoline, magneti e ninnoli turistici anziché il racconto della vita di Kafka (e sorella) in questa casa (queste cose sono quelle che spesso mi lasciano senza parole: sarebbe stata perfetta come “mini museo” o luogo per raccontare anche questo piccolo aspetto di Praga e, invece, l’hanno voluta sfruttare per guadagnarci invece che per raccontarsi ai visitatori). Concludiamo la nostra visita con un assaggio del panorama offerto dal belvedere del castello: anche se c’era un po’ di foschia (che non ci ha mai abbandonati per tutta la settimana di viaggio), Praga vista da lassù non è per nulla male 🙂 Vi lascio anche il video, che trovate sul canale youtube