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Parigi: una giornata a Versailles

Parigi: una giornata a Versailles

Come vi avevo anticipato nel post pre partenza, Versailles era una delle collaborazioni di questo viaggio e oggi vi porto a visitarla. Voglio iniziare questo post con alcuni consigli utili per una visita, prima di passare a parlarvi di quanto Versailles è splendida e di cosa abbiamo visto io e la mia amica:
Una giornata a Versailles– Per arrivare a Versailles basta prendere la RER B che vi porterà proprio alla stazione di Versailles da cui potete raggiungere il castello (10 minuti a piedi con passo lento).
Arrivate abbastanza presto: la fila per entrare è decisamente lunga e rischiate, altrimenti, di passare troppo tempo in attesa di entrare e di perdere mezza giornata solo per entrare
Quanto tempo ci vuole per visitare tutti gli edifici ed i giardini? Vi ci vorrà almeno una giornata intera, dall’apertura alle 10 fino alla chiusura (alle 18 degli edifici ed alle 19 dei giardini. Per gli orari aggiornati controllate sempre il sito ufficiale) e, anche così, rischiate di non riuscire a vedere tutto;
Per mangiare potete scegliere tra un ristorante ed un bar all’interno dell’edificio principale (quello della galleria degli specchi), oppure uno di quelli che si trovano nei giardini. I prezzi sono variabili, ma non pensate che siano (tutti) proibitivi.
Treno di ritorno: se come noi uscite alla chiusura (saranno state le 19 quando siamo uscite), sappiate che alla stazione di Versailles ci sono pochissimi “uomini delle informazioni” e, quindi, dovete prestare molta attenzione ai monitor informativi riguardo i treni. Se vi restano comunque dei dubbi su quale sia il treno giusto, provate a chiedere a chi è già salito: sicuramente troverete qualcuno di disponibile).
Su ticketbar potete acquistare diverse tipologie di biglietti per la vostra visita.  Se acquistate uno di questi biglietti, poi venite a raccontarmi come vi siete trovati.
Una giornata a VersaillesInutile è dire quanto sia bellissima questa reggia, quindi direi di andare direttamente oltre e passare a parlare della mia(/nostra) visita. Abbiamo iniziato il nostro giro dalle ali dell’edificio “principale” del castello (per capirci, quello che cinge la piazza dove si arriva passati i controlli), proseguendo ovviamente anche per la sua “parte centrale”, tra studi, camere da letto e stanze estremamente sfarzose seppur semplici rispetto a tante altre.  Una giornata a VersaillesLa galleria degli specchi è sempre affollatissima: i visitatori sono tantissimi, sempre a qualsiasi ora, il percorso segue un tragitto che definirei semi obbligato e, a parte tutto, non è possibile (secondo me) venire a Versailles e non passare di qua. Se pensate di riuscire a fare foto senza folla vi consiglio di perdere da subito la speranza, è praticamente impossibile! Dopo circa un paio d’ore, sosta per il pranzo compresa, usciamo “finalmente” dall’edificio per andare ad esplorare i giardini della tenuta. Davanti “l’uscita” dal palazzo per i giardini c’è la biglietteria per un trenino “hop on – hop off” (biglietto di 7,50 euro a persona, da pagare a parte rispetto al biglietto per il castello):
Una giornata a Versaillesabbiamo tentennato circa 15 minuti sul prendere o meno il trenino e, alla fine, abbiamo deciso di non prenderlo e di girare invece a piedi per i lunghi viali, tra le fontane dalle statue molto particolari (e sicuramente bellissime). Con molta calma e tranquillità, dopo aver anche perso per alcuni momenti il senso dell’orientamento ed esserci godute i colori del foliage, arriviamo fino al Grand Canal che, con il tempo autunnale offre uno spettacolo particolari e che, a me, ha dato sensazioni a tratti contrastanti. Il canale è enorme e, con il tempo grigio della giornata, l’atmosfera era decisamente surreale ed è stata “spezzata” (o forse no) dalla papera che, in tutta solitudine e calma, nuotava lungo il canale senza curarsi di nulla di ciò che gli accadeva intorno e di nessuno di noi che la osservavamo sorridenti e divertiti di vederla lì solitaria.

Una giornata a VersaillesCon la cartina sempre alla mano, metterla nello zaino sarebbe molto rischioso, proseguiamo la nostra passeggiata arrivando al Grand Trianon, chiamato anche Trianon di marmo perché l’esterno è rivestito di marmo. Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1979, venne fatto costruire “per la prima volta” da Luigi XIV. Gli interni sono meno vistosi rispetto a quelli del palazzo principale (vedere per credere: sono sempre vistosi, ma “con contegno”) e, arrivati qua, quasi non si riesce a credere alla tranquillità di questa zona della tenuta, dovuta all’orario “tardo” ed alla presenza di pochissime persone arrivate qua (o forse erano già andati via tutti?? Chissà).
Uscite dall’edificio siamo decisamente stanche, sono ormai quasi 4 ore che giriamo, ma non per questo rinunciamo, ovviamente, a continuare il nostro giro: c’erano ancora diverse cose che volevamo vedere prima di andare via, coscienti che, purtroppo, altrettante non saremmo riuscite a vederle.
Ci dirigiamo verso la zona della “Tenuta di Maria Antonietta”, donata da Luigi XVI alla moglie quando lui salì al trono, e troviamo innanzi tutto il Petit Trianon: viene definito come un magnifico esempio del periodo di transizione dell’architettura dal Rococò al Neoclassicismo, l’edificio è molto semplice negli interni (comunque con alcuni arredi sicuramente vistosi) e, soprattutto, è molto semplice e pulito per quanto riguarda l’esterno. Ciascuna facciata è stata disegnata per accordarsi con la parte della tenuta su cui si affaccia. VI consiglio di arrivare fino qua e godervi la bellezza semplice e pulita di questo palazzetto che noi siamo riuscite ad unire al senso di pace e tranquillità dei giardini circostanti, dato dalla scarsità di turisti che, in quel momento, si trovavano in quella parte della reggia.
Una giornata a VersaillesA quel punto della nostra visita, nonostante la sempre maggiore stanchezza, acceleriamo il passo per andare a vedere le ultime due cose che ci interessavano ed intrigavano (e che vi consiglio assolutamente di andare a vedere se venite a visitare la reggia). La prima cosa era il “Tempio dell’amore”, un piccolo tempio in stile neoclassico edificato su una piccola collina del giardino all’inglese del Petit Trianon e che ospita una statua non molto grande intitolata “Amore che intaglia un arco dalla clava di Ercole”. Concludiamo la nostra visita
Una giornata a Versailles con “the queen’s hamlet“, il “borgo della regina“, che non saprei come altro definire se non “semplicemente splendido” nella sua immensa semplicità. Si tratta di un gruppo di case in stile rustico, costruito per la regina Maria Antonietta che si veniva a rifugiare qui per fuggire allo sfarzo della corte reale (Maria Antonietta era famosa per questo suo desiderio di scappare dalla sontuosità della corte). Ci si trova in un mondo completamente diverso, sembra di essere usciti per errore dalle tenuta del castello e di essere entrati in un mondo più frugale ed a portata di “esseri umani normali”. Se avete con voi bambini fateli affacciare a vedere se ci sono i pesci nel laghetto, sono sicura che si divertirebbero molto nel vederli (sono enormi!).
Credo che questa parte della tenuta sia la migliore per concludere la vostra visita del castello, per tornare con i piedi per terra prima di mettervi in cammino per uscire e tornare alla “vita normale”.
Sul canale youtube trovate già il video della giornata. Se non lo avete ancora visto ve lo condivido anche qua, perché le immagini sanno descrivere meglio di qualsiasi parola io possa usare per parlarvi di Versailles.

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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