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Alcune riflessioni sul Portogallo

Alcune riflessioni sul Portogallo

Cachilas: vista del ponte al tramonto
Durante ogni viaggio mi piace, oltre lo scoprire musei e monumenti (possibilmente quelli poco conosciuti), osservare anche tutto il resto della città: le persone (indigene, mica i turisti), i ristoranti (per cercare di capire quali sono i più frequentati dai locali e dove non mi spenneranno per una cena), tutto “condito” da tutto ciò che mi colpisce, nel bene e nel male, e mi aiuta a farmi un’idea del paese che visito. Oggi, anche se ho ancora diversi luoghi da mostrarvi e raccontarvi, vorrei condividere qui con voi alcune riflessioni riguardo al Portogallo.
Durante tutto il viaggio non ho potuto fare a meno di notare come molti dei lavoratori che stanno a contatto col pubblico abbiano una scarsa conoscenza dell’inglese… Ovviamente non parlo dei piccoli negozi dove vanno (solo) i locali e che quindi difficilmente si preoccupano di eventuali turisti,ma parlo di posti come i musei che con i turisti hanno a che fare tutti i giorni. Mi è capitato sia al palazzo della borsa di Porto che alla cattedrale di Braga di trovarmi a seguire una visita guidata in inglese fatta da guide che parlavano male inglese non semplicemente in fatto di pronuncia (io per prima non ho una pronuncia ottimale e quindi sono l’ultima al mondo che si può permettere di giudicare questo aspetto), ma anche dal punto di vista della conoscenza dei vocaboli: sapevano a malapena quelli inerenti a ciò che spiegavano e spesso necessitavano di suggerimenti da parte dei visitatori! Il mio “pensiero” è che, forse, prima di vendere visite guidate in inglese si dovrebbero cercare delle persone in grado di farle al meglio come è successo alla Casa Da Musica di Porto. Devo però sottolineare che la guida che abbiamo trovato alla cattedrale di Braga era un ragazzo molto giovane e sembrava avere iniziato da poco il lavoro di guida e, magari, l’emozione ha giocato tanto.
Sappiamo tutti che questi ultimi anni di crisi sono stati problematici soprattutto per alcuni paesi in particolare.. Il Portogallo è tra questi e fino a che non ho visto con i miei occhi gli effetti che questa crisi ha avuto su questo paese non pensavo che fossero arrivati in una situazione veramente tremenda! Bisogna dire che, a quanto pare, ora il paese si sta riprendendo, ma sono ancora visibili gli effetti e potremmo riassumere il tutto come “Crisi = gente per strada, palazzi a pezzi. Si, certo, anche noi in Italia ora non ce la passiamo bene e dobbiamo pensare (in quanto italiani) a risolvere i nostri problemi…
Quando la natura ha il sopravvento
Ma in quei giorni in Portogallo ho potuto vedere e “toccare con mano” cosa accade quando va tutto male e il paese tocca il fondo: persone dall’aspetto normale, come noi e voi, che chiedono l’elemosina quasi vergognandosi (pensate come vi sentireste voi a farlo); palazzi completamente abbandonati perché, evidentemente, non c’erano i soldi per poter ristrutturare ed ora, forse per evitare che mendicanti e barboni vi si nascondessero per la notte, hanno porte e finestre murate in attesa che qualcuno li rimetta apposto; di altrettanti palazzi è rimasta solo la facciata, per di più puntellata perché non crolli… Questo non accade solo in periferia, ma anche in pieno centro! Il punto a cui potrebbero arrivare tutti i paesi in crisi, Italia compresa…
Via del centro
Ho notato, come già mi era capitato lo scorso anno in vacanza a Cipro, di trovare molti wifi con accesso per i clienti (soprattutto ad Oporto). La differenza con la vacanza dello scorso anno è che, in Portogallo, raramente ho dovuto chiedere la password perché o erano senza protezione o, in caso contrario, la password era sempre bene esposta. Altro che Italia, dove nella maggior parte dei casi non vi è la possibilità di usare wifi o se c’è connessione disponibile questa è debole, affollata e, quindi, inutilizzabile 🙁
Ho trovato, nonostante le loro difficoltà con l’inglese, anche molta cordialità e voglia di aiutare le altre persone, turisti o meno. Ho constatato che anche se chiedevamo indicazioni e la persona che avevamo di fronte non parlava inglese, questa cercava di aiutarci anche rispondendo a gesti… Alcune volte è capitato anche che, magari ad una fermata dell’autobus, mentre studiavamo la cartina qualcuno del luogo ci si avvicinasse chiedendo (in inglese o portoghese) se avessimo bisogno di aiuto.
Infine non ho potuto fare a meno di notare che il Portogallo è un paese che per certi versi è decisamente molto economico: i biglietti per la maggior parte dei siti turistici costano meno di 5 euro a parte qualche caso (e a parte i castelli di Sintra, tutti più costosi); anche i supermercati sono economici.. anzi, più che economici!! Lo so che su certi argomenti è difficile credere sulla parola e tutto quello che posso fare è portarvi un esempio pratico di una spesa che abbiamo fatto (in questo caso a Faro) ed invitarvi a, quantomeno, dare un’occhiata ai prezzi: noi abbiamo comprato pesche e susine per circa 1kg e 1/2 di frutta (che generalmente costa meno di un euro al chilo), 4 bottigliette d’acqua (0,16 euro l’una), 4 yoghurt, 1 pacco di crackers ed 1 pacco di merendine (di quelle di cereali) tutto per poco meno di 8 euro…

Mi piace riflettere sui nuovi paesi che visito e “prendere appunti”, per questo ho anche iniziato a portare con me un quaderno per scrivere tutto ciò che vedo e mi colpisce.. E a voi capita mai di fermarvi a riflettere su un aspetto in particolare di un paese che visitate?

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Camilla

Sono Camilla, classe 1987, nata e cresciuta a Roma. Dai miei genitori ho preso la passione smodata per i viaggi: mi piace girare per il mondo, visitare posti nuovi, innamorarmi ogni volta di un qualcosa di quel paese e lasciarci un pezzo di cuore. Ho girato in lungo ed in largo l’Europa, conosco a menadito ogni piccolo angolo ed ogni storia di Londra. Nell’aprile del 2011, ho aperto il mio blog di viaggi.

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